Maccarone, m’hai provocato e io ti distruggo adesso! Io me te magno. Frase simbolo del cinema italiano, un cult per la tradizione culinaria del nostro Paese, quando pensiamo alla pasta non possiamo non citare il bulletto di Trastevere, Ferdinando Mericoni, l’americano a Roma interpretato da Alberto Sordi. Fortemente americanizzato nei modi, Mericoni non riesce però a sottrarsi al fascino di un buon piatto di pasta all’italiana, tallone d’Achille di ogni connazionale che si rispetti. Dal cinema alla musica, dalla pubblicità alla moda, la pasta nel nostro Paese è protagonista incontrastata conquistando le tavole (e i palati) di tutto il mondo. In vista del World Pasta Day che si celebra da oltre vent’anni il 25 ottobre, Unione Italiana Food e ICE hanno commissionato a Doxa una ricerca dalla quale è emerso che in pieno lockdown gli italiani si sono avvicinati ancora di più a pasta, pane e pizza. Che tutti si siano riscoperti mastri panificatori è cosa nota, complici i social network e mattarello alla mano, in tanti si sono specializzati tra i fornelli facendo scorta in dispensa di farina e lievito di birra.
Pertanto, nei mesi che hanno preceduto l’autunno, in Italia e in altri quattro paesi, Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti i consumi di pasta hanno visto un incremento del 20%, anzi in Italia si è registrato oltre il 28%. Dal report Doxa, che si basa su un campione di oltre 5 mila persone distribuite tra Italia, Germania, Francia, UK e USA, è emerso che in questi Paesi, che rappresentano più di un terzo del consumo mondiale di pasta, la mangiano tutti o quasi, anche se poi qui la media di consumo pro capite è decisamente più bassa (9 chili all’anno negli Usa, 8 in Francia e Germania, 3,5 nel Regno Unito) rispetto agli oltre 23 chili dell’Italia, dove 6 persone su 10 la portano in tavola tutti i giorni.
Al di là del contesto emergenziale attualmente in atto, la pasta da sempre è il piatto per eccellenza che si fa spazio sulla tavola degli italiani, un made in Italy che vince su tutti gli altri e che difficilmente potrà attraversare un momento di crisi dei consumi. Sana, completa e simbolo della dieta Mediterranea, è un alimento ricco di carboidrati complessi a lento assorbimento che può essere consumato anche da chi soffre di diabete e di pressione alta, anche perché è privo di colesterolo. Inoltre, l’impatto ambientale della pasta, compresa la fase di produzione e trasformazione, è molto basso. Durante la coltivazione il frumento duro gli agricoltori praticano, solitamente, la rotazione culturale dei campi, abitudine ecosostenibile. Nella filiera produttiva viene prodotta una quantità limitata di CO2. Anche l’imballaggio della pasta è costituito da materiali facilmente riciclabili in modo da ridurre ancora di più l’impatto ambientale del consumo di pasta.