In un paese martoriato da conflitti e scontri il diritto alla salute non trova spazio. È quanto accade oggi nella Repubblica Democratica del Congo che, pur non disponendo di attenzione mediatica, combatte una lotta perenne che danneggia la popolazione civile. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha riconosciuto il concreto pericolo che la crisi possa trasformarsi in una minaccia alla pace e alla stabilità nella regione dei Grandi laghi, coinvolgendo direttamente altri Stati.
L’intensificazione del conflitto tra il gruppo armato M23/AFC e l’esercito congolese nel Nord-Kivu provoca dure conseguenze, prima fra tutti la mancanza di aiuti umanitari. È proprio in questo contesto di crescente crisi che Medici del Mondo (MdM) lancia un allarme sui bisogni enormi delle popolazioni colpite.
Di fronte alle nuove offensive del gruppo armato M23/AFC nelle città di Minova e Goma dal 19 gennaio, centinaia di migliaia di persone hanno dovuto fuggire dalle proprie abitazioni, mentre le capacità di accoglienza e assistenza alle persone sfollate sono già sature.
Secondo le Nazioni Unite, l’escalation della violenza ha già causato lo spostamento di oltre 500.000 persone dall’inizio dell’anno nel Nord e Sud-Kivu, che ospitano già 4,6 milioni di sfollati.
“Nel Nord e Sud-Kivu – informa con una nota stampa
Helena Ranchal, Direttrice delle operazioni internazionali di Medici del Mondo – la situazione umanitaria è delle più allarmanti. Nel Nord, le 500.000 persone sfollate che vivevano in campi intorno a Goma sono state costrette nuovamente a fuggire verso altri campi con la presa della città da parte del M23, sia verso il centro città che lungo il confine con il Rwanda. Il bilancio più recente parla di oltre 700 morti e 1000 feriti a Goma. Nel Sud, migliaia di persone che vivevano in siti per sfollati e in famiglie ospitanti si sono spostate verso l’interno del Sud-Kivu.
Nelle aree sanitarie di Mianda, Kusisa, Matitura e Tushunguti, i nostri team hanno registrato 14.538 persone tra il 4 e il 15 gennaio. Questo numero è aumentato continuamente da allora”.
“Le popolazioni – spiega – sono private di accesso a cibo, acqua, elettricità (a Goma) e alle cure sanitarie. E a causa dell’insicurezza lungo le strade e del rischio di attacchi, le organizzazioni umanitarie, tra cui Medici del Mondo, non hanno accesso a tutte le zone. Al momento non siamo in grado di inviare forniture mediche (attrezzature ospedaliere, dispositivi medici) e farmaci essenziali nei centri sanitari e negli ospedali. La situazione è terribilmente allarmante: ad esempio, la gestione dei parti non può essere fatta in modo ottimale, né l’assistenza ai casi di malnutrizione acuta. E ancora una volta, sono i civili a pagarne il prezzo”.
Per affrontare questa situazione, Medici del Mondo ha istituito cliniche mobili a Goma e nelle vicinanze per fornire principalmente cure sanitarie primarie, salute sessuale e primi soccorsi psicologici.
Foto: Ufficio stampa Medici del Mondo