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Rinite allergica: una patologia in crescita. Diagnosi e cure
Al via la seconda edizione della campagna di informazione e sensibilizzazione “ETCIÚ! RINITE?”
“Eppure primavera è nell’aria” è il titolo di una delle più belle poesie di Oscar Wilde, che ci fa pensare che la primavera ormai è alle porte, ma per 1 italiano su 5 che soffre di rinite allergica, potrebbe essere l’inizio di un incubo.
Nella popolazione mondiale la prevalenza della rinite allergica è stimata tra il 15% ed il 25% e in Italia sono circa 12 milioni le persone colpite da questa fastidiosa patologia considerata la terza causa di malattia cronica dopo l’osteoporosi e l’ipertensione.
La rinite allergica è un disturbo sintomatico del naso, provocato dall’infiammazione della mucosa respiratoria, con effetti collaterali devastanti per chi ne soffre perché costretto a combattere quotidianamente con frequenti starnuti, occhi arrossati e naso che cola. Oltre a questi sintomi tipici, possono insorgerne anche altri come l’ostruzione nasale isolata, perdita di sangue dal naso, rinorrea posteriore isolata, rinorrea mucopurulenta ed anosmia, cioè la perdita totale di percezione degli odori.
La patologia può essere confusa con semplice raffreddore, nulla di più sbagliato perché una diagnosi errata provoca degli effetti negativi per la qualità della vita del soggetto allergico con ripercussioni sul lavoro o a scuola a causa della perdita di attenzione.
Ma dal punto di vista clinico, come si sviluppa la rinite allergica?
L’infiammazione nasce quando l’organismo entra in contatto con un allergene, i più comuni sono gli acari, le muffe, i pollini e i peli di animali e il sistema immunitario produce un numero elevato di anticorpi che reagiscono in maniera sbagliata nei confronti delle sostanze riconoscendole come nemiche.
Ma è la concentrazione di polline il nemico numero uno per i soggetti allergici e questa può variare a seconda della stagione, del clima, della tipologia di pianta e della regione. Di conseguenza, i sintomi allergici da pollinosi si possono scatenare in periodi differenti nei soggetti a rischio. ll Sud Italia è colpito nel mese di marzo dai pollini delle betulle, ad aprile dall’esplosione della parietaria, dall’arrivo delle graminacee e dell’ulivo. In Centro Italia in ordine di intensità: betulle (marzo), parietaria, olivo, graminacee (aprile). Infine per il Nord Italia: picchi di betulla (marzo, aprile) e arrivo degli altri allergeni come parietaria, olivo e graminacee ad aprile inoltrato.
L’identikit della persona che soffre di rinite allergica è la seguente: giovane, di poco superiore è la percentuale femminile rispetto agli uomini, di età compresa tra i 15 e i 30 anni e con fattori ereditari allergici nel 20% dei casi.
L’aumento di prevalenza delle patologie allergiche, con un tasso pari al 5% negli ultimi 5 anni in tutti i Paesi industrializzati, crea un vero e proprio problema sanitario soprattutto per i bambini e gli adolescenti per i quali sembrano essere rilevanti le condizioni ambientali nei primi anni di vita.
La situazione potrebbe avere conseguenze gravi in quei casi dove la patologia viene associata all’asma bronchiale. Si stima che la rinite è presente nell’80% dei pazienti con asma allergica e il rischio cresce dal 2% nei pazienti senza questa malattia ad un massimo del 18,8% nei soggetti affetti dalla patologia. I dati evidenziano che i soggetti con rinite hanno una probabilità 4 volte superiore di sviluppare l’asma rispetto ai soggetti sani.
Alla luce di ciò è importante non sottovalutare i primi sintomi e affrontare nel miglior modo possibile questa malattia perché una giusta diagnosi e le opportune cure sono elementi determinanti per evitare di incorrere in una patologia grave come appunto l’asma.
E per sapere nel dettaglio quali sono le misure da adottare per combattere la rinite allergica, Mutua Basis Assistance ha contattato il professor Enrico Heffler, segretario della SIAAIC, Società Italiana Allergologia Asma Immunologia Clinica che insieme alla AAITO, Associazione Allergologi Italiani Territoriali e Ospedalieri, ha promosso la seconda edizione della campagna di informazione e sensibilizzazione “ETCIÙ! RINITE?”.
“Lo scorso anno grazie alla prima edizione di questa campagna di sensibilizzazione – ha spiegato il professor Heffler – sono state realizzate oltre 500 visite gratuite in tutta Italia. Anche quest’anno, nei mesi di marzo e di aprile, c’è la disponibilità, per 6 giorni, di 30 centri di allergologia sparsi sul territorio nazionale, dove gli specialisti offriranno gratuitamente alcuni esami e consulti. Hanno iniziato il primo week end di marzo i centri di allergologia del sud d’Italia, il 20 e il 21 marzo sarà il turno delle regioni del centro, mentre il 10 e l’11 aprile chiuderanno questa seconda edizione i centri del Nord: per conoscere e prenotare la visita presso i centri che hanno aderito basta andare sul sito www.nasolibero.it”
L’idea della campagna di sensibilizzazione è nata proprio per far conoscere quali sono le problematiche legate a questa malattia, che come ha dichiarato il professor Heffler è “spesso anche invalidante” e diagnosticarla nel miglior modo possibile può permettere di trovare rimedi efficaci per far sì che i soggetti colpiti possano liberarsi una volta per tutte dai suoi fastidiosissimi sintomi. A tal proposito la prevenzione, sia primaria che secondaria, è molto importante perché la rinite è una patologia infiammatoria con fattori che portano ad un peggioramento dei sintomi rendendo difficile la qualità della vita del soggetto allergico. “Con la prevenzione primaria – ha continuato il professor Heffler – si cercano di evitare i fattori di rischio, ad esempio non fumare è una precauzione che va sicuramente attuata, mentre la prevenzione secondaria agisce quando già si ha una diagnosi certa di rinite allergica e si cerca così di evitare il contatto con gli allergeni e l’utilizzo di accorgimenti specifici”.
Professor Heffler, quali sono gli esami più comuni da eseguire?
“Nel momento in cui si ha un sospetto di rinite allergica è opportuno rivolgersi al medico di base il quale, dopo un prima valutazione, saprà indirizzare il paziente ad una struttura idonea. Il secondo passo è quello di sottoporsi alle prove allergometriche cutanee, chiamate prick test, e nel caso in cui anche dopo tali test persistesse un dubbio diagnostico si potrà procedere con un esame di secondo livello, quello del prelievo del sangue, il dosaggio delle IgE specifiche, per capire se la causa è di tipo allergica.
Quando invece i sintomi sono più aggressivi, più severi, tipici di una rinite avanzata, ad esempio quando si ha difficoltà nel sentire gli odori, si procede con una visita dall’otorinolaringoiatra attraverso la quale lo specialista effettuerà un’attenta valutazione endoscopica del naso.
Capita anche che la rinite sia associata ad una sinusite cronica: a quel punto è necessario sottoporsi ad una Tac maxillo-facciale. Un altro approccio parallelamente eseguito con l’otorinolaringoiatra è la citologia nasale, che consiste in un esame, non invasivo, attraverso il quale viene prelevato del muco e poi strisciato su un vetrino da microscopio per identificare l’infiammazione, sulla base del risultato è possibile scegliere le cure adeguate”.
Quali sono le terapie da seguire?
“Ci sono le terapie sintomatiche quali i farmaci antistaminici di ultima generazione, sotto prescrizione medica, che danno ben pochi effetti collaterali e spray nasali a base di farmaci cortisonici, (non ci sono importanti effetti collaterali perché il cortisone praticamente non arriva nel circolo sanguigno) volto a spegnere l’infiammazione.
Oltre a questo tipo di terapia c’è quella “causale” attraverso l’immunoterapia specifica, cioè la somministrazione di un cosidetto “vaccino” antiallergico specifico per quel tipo di allergeni che provocano l’allergia/e che, sulla basi di studi scientifici, risulta essere molto efficace”.
È possibile guarire una volta per tutte o chi soffre di questa patologia deve conviverci per tutta la vita?
“Se la rinite viene diagnostica nella maniera giusta e debellata con l’immunoterapia è possibile guarire definitivamente”
La rinite è una patologia ereditaria?
“Non è corretto definirla una patologia ereditaria, ma vi è comunque una forte familiarità di tipo genetico: se un figlio ha il genitore o entrambi i genitori che soffrono di rinite allergica, aumenta la possibilità di essere un soggetto a rischio.”
Può insorgere a qualunque età?
“Sì.”
È vero che se la rinite allergica colpisce un bambino prima dei 6 anni di vita questo potrebbe diventare un potenziale paziente asmatico da adulto?
“Potrebbe capitare quindi nel caso dovesse verificarsi è necessaria l’immunoterapia specifica per bloccare la marcia allergica. La rinite è fortemente correlata all’asma e i dati evidenziano che il 40% delle persone con rinite allergica può sviluppare l’asma nel corso della vita e oltre l’80% con l’asma ha una rinite associata.”
Il suo consiglio?
“La rinite allergica è spesso sottovalutata e invece non dovrebbe essere così perché oltre ad essere un problema spesso invalidante è una spia per patologie gravi come l’asma. Quindi non sottovalutare la rinite, rivolgersi ad un centro specializzato, seguire l’iter diagnostico e terapeutico”.
Il messaggio di Mutua Basis Assistance, leader nel settore della Sanità Integrativa, invece è quello di ricordare a tutti quanto sia importante la prevenzione perché proprio grazie alla prevenzione si è in grado di individuare i fattori di rischio, riuscendo a diagnosticare precocemente le patologie. Mutua MBA crede fortemente nel concetto che “la salute è una dimensione essenziale del benessere individuale” e con questo augura a tutti un buon inizio di primavera senza il fastidioso… etciù!