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Rischio nutrizionale per il 50% degli adulti ricoverati
Intervista a Michela Zanetti, Presidente di SINPE Italia
Una malattia nella malattia. La malnutrizione è una delle conseguenze più comuni e più gravi del cancro e dei suoi trattamenti: durante i cicli di chemioterapia, infatti, spesso hanno poco appetito, nausea, alterazione dei gusti e questo contribuisce a diminuire il tono muscolare e a renderli più fragili. A seconda del tipo e dello stadio del tumore arriva a interessare fino all’80% dei pazienti ed è responsabile di quasi 1 decesso su 5 correlato alla malattia neoplastica. Inoltre, nonostante la sua prevalenza e le sue conseguenze, rimane uno degli eventi avversi più comuni e meno trattati in Oncologia. Una perdita involontaria del 10% del peso corporeo entro 6 mesi è associata a interruzione del trattamento per tossicità, infezioni, ricoveri ospedalieri e mortalità precoce. A questo proposito i pazienti malnutriti spesso non sono in grado di sopportare trattamenti aggressivi per curare radicalmente la malattia, ciò significa che devono ridurre le dosi o sottoporsi a pause dal trattamento, che così risulta sub-ottimale e si traduce in scarsi risultati. È questo un tema molto poco noto e trattato nel corso della conferenza nazionale sulla nutrizione
che da martedì 21 a mercoledì 24 febbraio ha avuto luogo a Roma, nell’Auditorium “Biagio D’Alba” del Ministero della Salute. Proprio in questa occasione, nel corso della prima giornata, ha dato il suo contributo Michela Zanetti, Presidente della Società Italiana di Nutrizione Artificiale e Metabolismo (Sinpe) e Coordinatrice del team nutrizionale ospedaliero del Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute di Trieste. Con lei abbiamo approfondito il concetto di “nutrizione clinica”.
Dottoressa Zanetti cos’è la nutrizione clinica e in che modo si relaziona alla nutrizione artificiale?
La nutrizione clinica è definita come la disciplina che si occupa della prevenzione, diagnosi e gestione dei cambiamenti nutrizionali e metabolici legati a malattie acute e croniche e a condizioni causate da una mancanza o eccesso di energia e nutrienti. Riguarda sia l’ambito della prevenzione che quello della terapia delle patologie in cui la dieta è la componente terapeutica essenziale e della malnutrizione associata a patologia. La nutrizione artificiale è una parte della nutrizione clinica ed è la procedura terapeutica attraverso cui è possibile garantire il raggiungimento dei target nutrizionali individuali e scongiurare la malnutrizione nei pazienti che non sono in grado di alimentarsi spontaneamente per via orale. Essa prevede la somministrazione di nutrienti attraverso una sonda nel tratto gastroenterico (in genere nello stomaco o nel digiuno-nutrizione enterale) o nel torrente venoso (nutrizione parenterale).
Spesso accade che il paziente ospedalizzato presenti un alto rischio di malnutrizione. In questi casi come si interviene e qual è il percorso di cura e accompagnamento?
La nostra Società ha recentemente prodotto in Italia negli ultimi quindici anni sulla prevalenza di malnutrizione in tutti i setting. Per quanto riguarda quello ospedaliero essa ha evidenziato come l’alto rischio nutrizionale o la franca malnutrizione interessi il 50 per cento negli adulti ricoverati in area medica, chirurgica e oncologica e il 30 per cento dei pazienti in area pediatrica. La cosiddetta assistenza nutrizionale è il percorso atto a intercettare questa condizione e consiste nella somministrazione di un test di screening a tutti i pazienti entro 24 o 48 ore dall’arrivo in ospedale e la sua ripetizione a cadenza periodica (in genere settimanale). Per coloro che risultano a rischio deve essere applicato un algoritmo che prevede step successivi di implementazione finché il paziente non raggiunge i target calorici e proteici stabiliti. Una volta individuata la causa della malnutrizione e basandosi sul monitoraggio delle ingesta (se il paziente è in grado di assumere alimenti per via orale), l’intervento prevede la fortificazione degli alimenti, il counselling dietetico, l’utilizzo dei supplementi nutrizionali orali e la nutrizione artificiale (enterale e parenterale). Il tutto è accompagnato dal monitoraggio continuo e dall’eventuale rimodulazione dell’intervento in base alla risposta individuale.
Qual è il quadro dei pazienti oncologici e per quale ragione il 20% muore di fame?
Purtroppo la malnutrizione è una delle conseguenze più comuni e più gravi del cancro e dei suoi trattamenti. A seconda del tipo e dello stadio del tumore essa arriva ad interessare fino all’80% dei pazienti ed è responsabile di quasi un decesso su cinque correlato alla malattia neoplastica. Diversi fattori contribuiscono alla perdita di peso e includono la localizzazione e il tipo di tumore,
la chirurgia e i trattamenti antineoplastici. Anche gli effetti collaterali delle terapie, come nausea, vomito, diarrea, anoressia, ulcere del cavo orale, difficoltà a deglutire, alterazioni
del gusto e anoressia, svolgono un ruolo. Di qui l’importanza del monitoraggio del rischio di sviluppare malnutrizione nei pazienti con diagnosi di cancro e della messa in atto di interventi precoci per prevenire e gestire la malnutrizione durante tutte le fasi della malattia e anche nei pazienti guariti.
Le rivolgo una domanda a cui ha già risposto nel corso della tre giorni sulla nutrizione tenuta a Roma: perché investire in nutrizione preventiva e clinica?
Esiste ormai una mole di lavori in letteratura prodotti soprattutto negli ultimi 6-7 anni che dimostrano che la terapia nutrizionale è tra le più costo-efficaci in Medicina perché costa poco e rende tanto – e la platea di pazienti che ne possono beneficiare è molto ampia se si pensa alla diffusione di patologie correlate alla malnutrizione per difetto o per eccesso, da quelle oncologiche a quelle metaboliche compresa l’obesità. Dall’implementazione dello screening e del trattamento della malnutrizione può derivare un consistente risparmio in termini di costi sanitari, sociali e
di vite umane. Non dimentichiamo infatti che la cura nutrizionale è prima di tutto un diritto fondamentale dell’uomo inteso come diritto alla salute.
Nel settembre 2022 a Vienna è stata firmata la Dichiarazione internazionale sul diritto alla cura nutrizionale, per l’Italia ha firmato SINPE. Perché elevare la cura nutrizionale a diritto dell’uomo?
Per conferirle tutti i valori che caratterizzano i diritti umani: la correttezza, il rispetto, l’equità, la dignità e l’autonomia. La dichiarazione di Vienna è basata sulla consapevolezza che la nutrizione conta e serve; la nutrizione funziona; gli effetti della malnutrizione correlata a patologia sono devastanti; abbiamo i mezzi e gli strumenti necessari per lo screening, la diagnosi e la cura della malnutrizione; la terapia nutrizionale è fattibile e deve essere accessibile per tutti i pazienti che ne hanno indicazione; non è accettabile l’attuale accesso limitato a cure nutrizionali di qualità da parte di pazienti in diverse realtà del nostro Paese. Tornando alla domanda iniziale direi che la nutrizione non solo serve ma è un’urgenza per il nostro sistema sanitario nazionale.
SINPE ha ottenuto il premio Medical Nutrition International Industry Grant 2022 per il progetto intitolato “Empowering junior medical oncology clinicians on cancerrelated malnutrition” volto al finanziamento di un progetto di ampio respiro di disseminazione e cultura degli effetti della malnutrizione e del suo trattamento in ambito oncologico. Di cosa si tratta?
Il progetto, patrocinato da SINPE e che nel 2022 per la prima volta è stato assegnato all’Italia è volto allo sviluppo della consapevolezza dei rischi della malnutrizione nel paziente oncologico e all’implementazione delle nozioni di base sulla diagnosi e sul suo trattamento. Prevede due fasi: una prima fase dedicata allo sviluppo di una piattaforma su cui è presente un questionario di conoscenze ed esperienza formativa in ambito nutrizionale rivolto ai giovani oncologi; una seconda fase, destinata a coloro che hanno risposto al questionario, di partecipazione a un webinar gratuito di formazione in cui il corpo docente è multidisciplinare e prevede l’intervento di esperti sia dal mondo della nutrizione clinica che dell’Oncologia. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i giovani oncologi al tema della malnutrizione e delle sue conseguenze e di fornire le conoscenze per un approccio di base al suo trattamento.