Sono 1.653.268. È questo il numero complessivo dei donatori di sangue e plasma che nel corso dello scorso anno, il 2021, hanno donato facendo registrare un incremento del dato annuale rispetto al 2019. C’è da dire che la pandemia ha condizionato in negativo il numero delle donazioni e che con il ritorno alla normalità la situazione sta migliorando gradualmente.
“Donare sangue è un gesto di solidarietà. Unisciti a noi e salva delle vite”. È questo lo slogan lanciato da Avis nazionale, e scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in occasione della Giornata mondiale del donatore di sangue che si celebra martedì 14 giugno. Anche in questo caso, la giornata è stata istituita con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della donazione di emocomponenti e, soprattutto, con lo scopo di mettere in rilievo l’impegno fondamentale di chi compie questo gesto solidale a favore di chi ha più bisogno. L’obiettivo della campagna dell’Organizzazione mondiale della Sanità è proprio quello di richiamare l’attenzione su quanto le donazioni volontarie rafforzino la solidarietà all’interno di ogni comunità.
“Mai come quest’anno – commenta il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola – ribadiamo l’opportunità che questa data ci offre, ovvero tenere alta l’attenzione su quanto sia importante agire concretamente per individuare risorse volte a incrementare non solo la raccolta di sangue e plasma, ma anche il numero di professionisti sanitari all’interno dei centri trasfusionali. Nell’inviare a tutte le sedi locali sparse sul territorio italiano il nostro manifesto, invito tutti a organizzare incontri e manifestazioni il prossimo 14 giugno che, come focus primario, abbiano la salvaguardia del valore gratuito della donazione. Questa tematica, infatti, oltre ad essere di strettissima attualità, è anche uno dei temi che più ci riguardano da vicino del disegno di legge sulla concorrenza in discussione al Senato”.
Il quadro nazionale. Nonostante il lieve incremento rispetto al 2019, neppure il 2022 procede come dovrebbe. A gennaio e febbraio infatti i donatori sono stati realmente pochi, con ogni probabilità questo crollo è spiegato dall’ondata delle nuove sottovarianti del Covid19. Il mese di marzo invece ha garantito importanti miglioramenti ma in aprile si è registrato un ulteriore calo per la raccolta di plasma. L’estate inoltre non è la stagione più favorevole. Tuttavia, malgrado le molteplici problematiche, correlate non solo ai contagi e ai contatti sospetti con positivi che hanno costretto i donatori a rispettare periodi di quarantena, ma anche al personale sanitario solitamente preposto alle donazioni che è stato destinato ai reparti Covid o impiegato nella campagna vaccinale, l’autosufficienza per quel che riguarda la raccolta di globuli rossi è stata raggiunta. Sul fronte del plasma invece lo scorso anno, per soddisfare il fabbisogno nazionale di medicinali plasmaderivati, Avis Nazionale si è rivolta al mercato internazionale.