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Roma: allarme acqua e le conseguenze per i servizi sanitari

In questi giorni i cittadini romani sono con il fiato sospeso in attesa delle decisioni che verranno prese per trovare una soluzione alla crisi idrica che ha colpito la Capitale. Il rischio di uno stop dell’erogazione dell’acqua potrebbe mettere a repentaglio il livello igienico sanitario ma soprattutto – come ha affermato il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin “potrebbe comportare gravi pregiudizi per gravi pregiudizi per l’erogazione dei servizi sanitari essenziali”.

“ Roma  – ha aggiunto il Ministro – conta complessivamente 5 presidi ospedalieri di base, 11 presidi ospedalieri sede di Dipartimento Emergenza – urgenza Accettazione (Dea), 6 presidi ospedalieri sede di Dea di II livello ivi incluso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, 29 presidi ospedalieri non dotati di pronto soccorso, per un totale di circa 13 mila posti letto”.
“Pertanto –  ha proseguito nella nota – ho chiesto al Presidente Zingaretti e al Sindaco Raggi di verificare accuratamente che, pur nell’emergenza, sia assicurata una presenza continua e sufficiente di risorse idriche in tutte le strutture che erogano assistenza sanitaria e socio-sanitaria ai cittadini, nonché in tutte le strutture ove vengono alloggiati gli animali, nel Comune di Roma Capitale, tale da garantire, senza interruzione alcuna, i servizi sanitari e socio-sanitari essenziali e, soprattutto, di verificare che non sia messa a rischio la salute dei pazienti, nonché il benessere animale. Proprio ieri – ha aggiungo – ho appreso che il Sindaco del Comune di Roma ha sottoposto la mia segnalazione ai vertici di ACEA S.p.A”. “Seguirò l’evolversi dell’emergenza idrica ed i miei Uffici – ha concluso – collaboreranno con l’Amministrazione regionale e comunale, perché si eviti che tale situazione di emergenza possa arrecare pregiudizio alla salute umana e animale”.
 
 

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