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Il ruolo del diaframma nel reflusso gastroesofageo

Qual è il legame tra il reflusso gastroesofageo e il diaframma?

Si parla di malattia da reflusso gastroesofageo quando il passaggio del materiale gastrico nel lume esofageo (reflusso) è responsabile dei sintomi del paziente delle lesioni a carico della mucosa esofagea.
I sintomi tipici da reflusso sono: pirosi (sensazione di bruciore retro-sternale, fino alla gola), rigurgito; tra i sintomi meno frequenti abbiamo: dolore toracico, dolore epigastrico, ipersecrezione salivare o scialorrea, laringite posteriore e disturbi della fonazione, asma e tosse cronica, disfagia. Il reflusso si verifica quando i meccanismi di chiusura dello sfintere esofageo inferiore sono insufficienti, o il gradiente pressorio dell’addome è troppo elevato. Nel 30-35% dei casi la malattia da reflusso gastroesofageo si complica con erosioni a livello esofagofagite, ulcere o restringimenti (3-5%), mentre nella maggior parte dei casi non determina lesioni. Diversi studi evidenziano come questo sfintere esofageo inferiore abbia un meccanismo di chiusura proprio, efficace al 50%, mentre il restante 50% viene svolto dalla porzione crurale del diaframma. Quindi il ruolo del diaframma sembra essere fondamentale nella gestione di questa patologia.
Le strutture di chiusura del sistema gastroesofageo sono: lo sfintere esofageo inferiore, le fibre muscolari di Juvara e Rouget, il laccio di Allison, il legamento frenopericardico, l’angolo di His e la pressione positiva addominale e intrasfinteriale.

I muscoli di Rouget e Juvara sono due anelli muscolari che che inseriscono nella membrana di Treitz e Laimer che si ancorano a livello dell’esofago e consentono la contrazione e chiusura dell’orefizio; invece, il laccio di Allison è la parte legamentosa del pilastro di destra del diaframma.
Il Prof. Shafik, nei suoi studi sulla funzione diaframmatica ha evidenziato come il diaframma crurale ha un tono muscolare basale, che diminuisce durante la distensione esofagea (quindi durante il passaggio del bolo alimentare dell’esofago allo stomaco), mentre aumenta durante la distensione gastrica. Questa azione sfinteriale, del diaframma crurale, sembra essere un riflesso, che porta all’eccitazione o all’inibizione di queste fibre, ed è modulato dalla distensione dell’esofago e dello stomaco. Altri studi hanno dimostrato che, mentre il diaframma costale (cupole diaframmatiche) espande la gabbia toracica, il diaframma crurale non incide sulle variazioni di volume della gabbia toracica stessa, non assumendo quindi un ruolo importante durante la respirazione; ma è notevolmente coinvolto in funzioni come la deglutizione, il vomito, e contribuendo alla barriera anti-reflusso. L’innervazione del diaframma è deputata al nervo frenico, le fibre provenienti da C3 sono deputate principalmente all’innervazione delle cupole, mentre le fibre provenienti da C4-C5 sono deputate principalmente all’innervazione della porzione crurale. Una problematica da reflusso può provocare manifestazioni muscolo-schelettriche come cervicalgia e dorsalgia infatti il dolore tipico da reflusso è quello infrascapolare (l’innervazione dello stomaco è data dal plesso celiaco).
 

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