La campagna “La vista ti salva la vita” ha l’obiettivo di informare e aggiornare i cittadini sulla necessità di tutelare e curare i nostri occhi.
È partita la campagna “La vista ti salva la vita”, organizzata dalla Fondazione Insieme per la Vista Onlus, con il supporto della Società Oftalmologica Italiana (SOI).
Sono previste tante iniziative di comunicazione verso i pazienti, volte a sottolineare tutti i progressi tecnologici e terapeutici ottenuti dall’oculistica negli ultimi 40 anni e con l’ulteriore obiettivo di avviare una battaglia affinché il Sistema Sanitario Nazionale garantisca per tutti le giuste risorse per le cure migliori.
La campagna si propone di informare e aggiornare i cittadini sulla necessità di tutelare e curare i nostri occhi. Ogni anno, gli oculisti italiani salvano la vista (e di conseguenza anche la vita), a più di un milione di persone: ma nonostante questo, l’oculistica assorbe attualmente solo l’1 per cento della spesa sanitaria pubblica italiana, per questo i cittadini italiani non possono usufruire di tutte le nuove tecnologie, dei farmaci innovativi e di conseguenza delle migliori cure oculistiche al pari degli altri cittadini europei o americani.
La campagna “La vista ti salva la vita” nasce proprio per questo, per far capire ai cittadini l’importanza del poter veder bene e di fare attività di prevenzione. Sotto l’hashtag #lavistatisalvalavita, sono previste moltissime iniziative e una capillare informazione sulla stampa quotidiana e periodica insieme. Il testimonial è il cantante Albano Carrisi.
Sia la Società Oftalmologica Italiana che la Fondazione Insieme per la Vista Onlus si battono, utilizzando tutti i mezzi a disposizione per dare alla salute degli occhi la giusta considerazione, proporzionata alla gravità della sua perdita. Questo perché problemi come la cataratta e la maculopatia senile possono, con l’avanzare dell’età, colpire chiunque di noi. Secondo le stime, il numero delle persone con gravi problemi di vista è destinato ad aumentare nei prossimi anni; addirittura, negli Stati Uniti, nonostante l’applicazione delle cure e delle tecnologie migliori, si stima che le persone ipovedenti o cieche aumenteranno dell’80%.
La diagnosi e la cura delle maculopatie, le malattie che colpiscono la parte più delicata della retina è una delle grandi sfide della medicina. Sono sempre più le persone che soffrono di questa malattia, per effetto dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento dei pazienti con il diabete. Ma molti non hanno accesso alle cure, anche perché la somministrazione delle terapie non è disponibile in tutti gli ospedali e pochi medici oculisti sono in grado di curare perfettamente tutti i pazienti. Per questo, la Società Oftalmologica Italiana ha chiesto l’intervento urgente di Aifa e del ministero della Salute.
Ci sono problemi anche per quanto riguarda la cataratta. “Il paziente che si rivolge oggi a un centro oculistico pubblico che fa parte del Sistema Sanitario Nazionale – si legge sul sito ufficiale della campagna -per un intervento di cataratta riceve oggi cure adeguate rispetto a un modello chirurgico messo a punto alla fine degli anni 90 del secolo scorso. Per questo motivo il valore economico rimborsato dal SSN alla struttura che eroga l’intervento si è progressivamente ridotto fino al ridicolo importo di 735 euro”. “In Germania lo stesso intervento con utilizzo di tecnologie avanzate viene valorizzato 3000 euro. Con l’attuale rimborso di 735 euro non è possibile applicare le nuove tecnologie nell’organizzazione dedicata alla valutazione e studio dei parametri dell’occhio, per individuare la strategia chirurgica migliore che oggi deve essere personalizzata come un abito di sartoria. Ogni singola persona deve poter usufruire di un cristallino artificiale costruito su misura che si adatta perfettamente alle caratteristiche e allo stato di salute dei propri occhi. Anche l’utilizzo del Femtolaser non può essere adottato pur se capace di ridurre notevolmente la residua percentuale di complicazioni capaci di penalizzare il risultato finale”.
L’intervento alla cataratta è quindi stato inserito tra gli interventi a bassa complessità, che non necessità cioè di particolari tecnologie e può quindi essere eseguito a “basso costo”. Una criticità che, secondo SOI, deve essere risolta al più presto.