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Salute della donna, presidente Mattarella: “Rafforzare la medicina di genere e investire nella prevenzione”

“Negli ultimi anni, l’Italia ha intrapreso importanti passi avanti in questa direzione, introducendo la medicina di genere nel Servizio sanitario nazionale con la Legge 3 del 2018 che ha promosso un approccio sanitario più sensibile alle differenze tra uomini e donne, valorizzando le specificità femminili nella ricerca, nella prevenzione e nell’assistenza sanitaria, in linea con gli obiettivi globali di salute stabiliti dall’Agenda 2030. Nonostante questi progressi significativi, persistono tuttavia ancora marcate disuguaglianze sanitarie che penalizzano le donne”. A dirlo è stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenuto alle celebrazioni per la Giornata nazionale dedicata alla salute della donna. Soli pochi giorni fa, in occasione della Giornata mondiale della Salute, il Capo dello Stato ha parlato del diritto alla salute nei termini di una “conquista della nostra società”.

Istituita nel 2015 su iniziativa della Fondazione Atena Onlus e promossa dal Ministero della Salute, questa Giornata rappresenta un appuntamento fondamentale per promuovere la tutela e la valorizzazione della salute femminile in tutte le fasi della vita. Si caratterizza per il coinvolgimento attivo delle società scientifiche, del mondo associativo e del Servizio Sanitario Nazionale, che contribuiscono con competenze, esperienze e iniziative mirate a diffondere la cultura della prevenzione e dell’accesso equo alle cure, in un’ottica di genere.

“La Costituzione italiana, all’articolo 32, riconoscendo la salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività, afferma il principio della pari dignità di ogni persona, garantendo un equo accesso alle cure mediche”, ha proseguito il Capo dello Stato, parlando di “una prescrizione che fa propria la necessità di percorsi di cura con strumenti e protocolli pienamente adeguati alla salute femminile”.

E per concludere: “L’aspettativa di vita superiore rispetto a quella degli uomini, inoltre, si accompagna a un’incidenza più elevata di malattie croniche, con una vulnerabilità più accentuata rispetto a quella maschile. Occorre quindi proseguire sulla strada intrapresa, rafforzando la medicina di genere, con gli investimenti nella ricerca, nella prevenzione, nell’educazione sanitaria e nella formazione specifica dei professionisti. Migliorare la salute delle donne significa contribuire al benessere della intera società”.

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