Cosa significa quando le “mosche volanti” si intromettono nel campo visivo? Si fa riferimento specifico alle miodesopsie, particolare sintomo che bene inquadra la percezione di corpuscoli neri e mobili, individuati generalmente sotto forma di filamenti, puntini o ragnatele, che creano disturbo alla vista. Stando a quanto spiegato dagli esperti, le principali cause di questo fenomeno sono riconducibili alla miopia ma anche a una scarsa idratazione corporea. A questo proposito, nel settembre dello scorso anno, la Commissione europea ha dato il via libera a “faricimab” per il trattamento della degenerazione maculare legata all’età neovascolare o umida e della compromissione della vista a causa di edema maculare diabetico. Si tratta infatti di patologie della retina che colpiscono nel mondo circa 40 milioni di persone.
Le miodesopsie sono dovute a specifiche impurità interne del corpo vitreo. Il corpo vitreo è la sostanza gelatinosa che riempie l’interno del nostro occhio, dietro al cristallino. Va immaginato come una sorta di cuscinetto di gelatina trasparente, perfettamente gonfio nel momento della giovinezza e dell’adolescenza, e che riempie l’occhio nella sua totalità. Con il trascorrere degli anni e il sopraggiungere dell’età adulta, il vitreo va incontro ad una graduale perdita di tonicità e compattezza, diventando più disomogeneo e irregolare. A volte, inoltre, succede che il vitreo si distacca dalla retina dando modo alle impurità di formarsi e a queste “irregolarità” di emergere. Ecco che il paziente entra in contatto con le cosiddette “mosche volanti”.
Pur interessando principalmente i pazienti adulti e anziani, questo particolare disturbo della vista può presentarsi in qualsiasi momento della vita e anche quando la persona presenta un ottimo stato di salute, compresa quella oculare. Il corpo vitreo è costituito perlopiù da acqua ma anche da zuccheri complessi (mucopolisaccaridi, tra cui il celebre acido ialuronico), sali e proteine di tipo collagene. Se la struttura del corpo del vitreo si deteriora si assiste ad una fluidificazione della parte gelatinosa che, frammentandosi, comporta la formazione di ‘corpi mobili’. Per tale ragione, in questo specifico caso, al paziente è fortemente consigliata una corretta idratazione corporea, intesa come introduzione di liquidi nell’organismo, che non va confusa con l’idratazione oculare, che può determinare, se insufficiente, l’occhio secco.
Come curare questo disturbo? Oltre a mettersi in contatto con il proprio oculista per una visita strutturata e completa, il paziente non può seguire una vera e propria terapia farmacologica per curare questo disturbo, dal momento che allo stato attuale non esiste. La raccomandazione dunque è di idratarsi correttamente e sufficientemente, soprattutto dopo aver svolto attività sportiva e nei mesi estivi.