Ottobre è il mese della prevenzione dentale, una branca della medicina odontoiatrica che, attraverso visite specialistiche o di routine, ci consente di individuare l’effettiva età dei denti e il relativo stato di salute della nostra cavità orale. Negli ultimi anni la spesa del dentista è diventata per molti insostenibile, se tutto va bene quella ordinaria si aggira tra i 50 e i 150 euro, ed è per questa ragione che il tradizionale “controllo semestrale” necessario per cura o prevenzione non compare tra le priorità degli italiani. Quando però diventa realmente necessario allora in molti sono costretti ad attivare finanziamenti.
Dai banchi del Governo dicono. L’avvio del mese è stato celebrato con una conferenza stampa svolta alla Camera dei Deputati con la partecipazione del Sottosegretario di Stato alla salute, con delega per l’Odontoiatria, Marcello Gemmato, che ha sottolineato come il diritto alla salute orale passi per il dovere del cittadino-paziente di fare prevenzione. “La prevenzione – ha commentato – è di fondamentale importanza. Attualmente abbiamo ereditato una suddivisione dei fondi del fondo sanitario nazionale che si dota di 134 miliardi di euro diviso in 95% speso in cura e soltanto il 5% in prevenzione. Consideriamo anche che la popolazione invecchia (siamo tra i popoli più longevi al mondo, secondi solo al Giappone)”.
A casa degli italiani. Secondo ISTAT nel 2019 la metà degli italiani (il campione preso in considerazione vai dai 15 anni in poi) non si è sottoposto neppure a una prestazione odontoiatrica. Ma il dato più allarmante emerge da una ricerca, di recente pubblicazione, effettuata tra medici pediatri e odontoiatri, da cui si apprende che la maggior parte dei bambini e delle bambine sotto i 6 anni non è mai stata in uno studio dentistico.
Circa la metà dei dentisti interpellati (su un campione di 300) fa sapere che raramente sulla poltrona del proprio studio siedono bambini fino a 5 anni, percentuale che arriva quasi a raddoppiare (84%) se si parla di primissima infanzia, da 0 a 2 anni. L’asticella segna numeri diversi dai 6 anni in poi, ma anche tra i 10 e i 14 anni, fascia anagrafica in cui pare esserci particolare attenzione sul fronte della salute dentale. Resta però che la prevenzione orale nella prima infanzia è ampiamente trascurata. Si rileva un doppio dato: da un lato la scarsa conoscenza da parte dei genitori del ruolo della flora batterica orale, e dall’altro che la visita specialistica dal dentista prima dei 3 anni viene consigliata solo dal 10% dei pediatri e dal 41% entro i 6 anni. In questa fascia di età rimane prevalente l’accesso allo studio dentistico solo in presenza di problemi evidenti o urgenti.