Il chewingum per prevenire l’infezione da Hpv è stato sviluppato da un ricercatore italiano, e contiene specifici principi attivi che derivano da sostanze vegetali
Masticare un chewingum per prevenire l’infezione del Papillomavirus umano (Hpv)? Si può! Lo ha dimostrato una ricerca condotta da Gabriele Antonini, urologo e andrologo romano, e dalla società di ricerca italo-svizzera Safi Medical Care, che sono riusciti ad individuare una formula brevettata contenente specifici principi attivi che derivano da sostanze vegetali. Come ha affermato il dott. Antonini alle agenzie di stampa, “il nuovo trattamento per la prevenzione dell’infezione da Hpv sarà in commercio da settembre come farmaco da banco ed è sostenuto da studi clinici. Oltre alle gomme da masticare, altri prodotti ‘user friendly’ rivoluzioneranno l’approccio terapeutico nei confronti di questa infezione diffusissima sopratutto tra i giovani, consentendo alle persone di prendersi cura di se stesse con dei semplici gesti”.
La formula brevettata contiene specifici principi attivi che derivano da sostanze vegetali che risultano uniche sia perché prodotte con tecniche naturali, sia perché riescono specificatamente ad esplicare un’azione diretta contro il virus nei vari stadi d’infezione. Questi tipi di prodotto sono utilizzati negli Stati Uniti già da alcuni anni, e da poco hanno iniziato ad essere richiesti anche in Europa.
“In Italia – ha ricordato ancora il medico – da quasi da dieci anni il vaccino viene distribuito gratuitamente alle ragazze entro il 12° anno di età e dallo scorso anno, visti i dati epidemiologici, alcune Regioni hanno iniziato a proporre la stessa prassi anche ai maschi”. Sono stati identificati più di 100 ceppi diversi del virus Hpv. I ceppi non oncogeni determinano l’insorgere di verruche e condilomi genitali, i ceppi oncogeni sono invece responsabili del 90% dei tumori della cervice uterina e di altre forme tumorali della regione ano-genitale e del pene.
“L’azione sinergica dei principi attivi contenuti nella gomma da masticare – ha spiegato ancora il dottor Antonini – consente di bloccare la replicazione del virus e, nel caso in cui l’infezione persista da tempo, le sostanze impiegate rivendicano significative proprietà anticancerose nei confronti delle lesioni causate dall’infezione”. “Inoltre siamo già attrezzati con un nuovissimo microscopio elettronico creato appositamente dalla Safi e dedicato specificatamente alla diagnosi dell’Hpv, capace di individuare anche le forme più microscopiche di lesione. In questo modo sarà possibile effettuare una diagnosi sempre più precoce ed evitare le pericolose complicanze del virus”.