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Sant'Orsola, intervento record: asportato tumore di 13 kg
AL POLICLINICO SANT’ORSOLA – MALPIGHI DI BOLOGNA È STATO ASPORTATO UN TUMORE DA 13 KG: l’uomo per paura non si era fatto mai visitare prima
Aveva la grandezza di un cocomero, dal peso di 13 Kg il liposarcoma retroperitoneale asportato venerdì scorso ad un uomo di 47 anni che è arrivato al pronto soccorso del Policlinico Sant’Orsola – Malpighi di Bologna lamentando forti dolori addominali.
Dopo la TC, che ha lasciato tutti gli operatori sanitari della struttura ospedaliera senza parole e che dimostrava la presenza di una massa retroperitoneale di dimensioni gigantesche, con completo stravolgimento delle strutture anatomiche, l’uomo è stato sottoposto ad un intervento chirurgico, della durata di 7 ore, eseguito dalla dottoressa Valeria Tonini,Ricercatrice dell’Università di Bologna che svolge la propria attività assistenziale presso il reparto di Chirurgia d’ Urgenza diretto dal dottor Maurizio Cervellera.
Mutua Basis Assistance ha contattato la dottoressa Tonini alla quale ha rivolto qualche domanda.
Dottoressa, le immagini della Tac già parlavano chiaro, ma una volta in sala operatoria si aspettava di trovarsi di fronte una neoplasia di quel tipo? Le era capitato prima di vedere un tumore di dimensioni così grandi?
“I liposarcomi retroperitoneali, perché di questo si tratta, anche se sono in attesa della conferma da parte dell’anatomopatologo, sono tumori piuttosto rari. Spesso raggiungono grosse dimensioni e già in passato mi è capitato di rimuoverne altri molto voluminosi che però non avevano mai raggiunto questa taglia. Un tumore di 13 kg e con dimensioni di circa 58x37x20 cm rientra senza ombra di dubbio nel guiness dei primati. Ovviamente in Chirurgia d’Urgenza siamo abituati ad affrontare le situazioni chirurgiche più complesse. Da noi non arrivano i tumori, ma le complicanze dei tumori. In 35 anni di attività ci siamo trovati davanti ai casi più incredibili. Ma nonostante questo lungo tempo, la chirurgia d’urgenza non manca mai di stupirci con nuovi “casi d’effetto”. E debbo dire che questo caso è un caso decisamente d’effetto. Ci siamo trovati davanti ad un reperto che potremmo definire grottesco. Mostruoso. Come ho già detto l’anatomia addominale era completamente stravolta. L’intervento di venerdì ha rappresentato una sfida importante per tutto lo staff del reparto di chirurgia d’urgenza diretto dal dottor Maurizio Cervellera. La complessità di asportare un liposarcoma di quelle dimensioni sta nel fatto di dover isolare la massa da tutti gli organi addominali ( aorta, vasi ilaci, vena cava, reni, ureteri, ecce cc,) con il continuo rischio di lederli. In particolare, è alto il rischio di gravi emorragie perché le dimensioni della massa non consentono un buon controllo dei grossi vasi retroperitoneali. Insomma in questi casi più che un chirurgo serve un orologiaio.”
È vero che c’è stato bisogno di un carrello per trasportare la massa tumorale proprio perché pesante e di grosse dimensioni?
“Sì, di un carrello e di due infermieri. Per quanto era pesante nel corso dell’intervento abbiamo fatto anche una bella fatica a sollevarlo. Se consideriamo che in una gravidanza a termine il bambino pesa circa 3,5 chili, ci si può immaginare come poteva sentirsi il paziente prima dell’intervento con una massa quattro volte più grande. Non riusciva piùa stare seduto e a mangiare”.
Come sta il paziente?
“Sta bene ed è fuori pericolo. È ancora in osservazione presso la Terapia intensiva polivalente diretta dal Prof. Gianfranco di Nino. Ha già cominciato a bere ed è ovviamente molto contento! L’intervento è stato complesso, ma ben riuscito. Questo tipo di tumore non da in genere metastasi. Non risponde alla chemioterapia e alla radioterapia. Quindi l’unica chance di guarigione rimane quella chirurgica”.
La paura stava per fare un’altra vittima, per fortuna, in questo caso. L’uomo è stato salvato grazie ad un intervento chirurgico d’urgenza.
Qualche giorno fa, Mutua Basis Assistance sul blog “la Voce di Mba”, ha pubblicato un articolo proprio su quanto la paura sia in grado di influenzare la scelta di rivolgersi o meno ad uno specialista nel momento in cui il nostro organismo invia dei segnali che c’è qualcosa che non va nello stato di salute. La tendenza, purtroppo, dovuta alla paura, è proprio quella di ignorare e sottovalutare i problemi di salute che potrebbero pregiudicare l’aspettativa di vita. Mutua Basis Assistance ha intervistato la la dottoressa Paola Vandelli Psicoterapeuta e Direttore del Servizio di Formazione e Aggiornamento- Settore Psicologia occupazionale e della salute dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, la quale ha spiegato che
“Alcuni pazienti arrivano al Centro Oncologico Modenese in uno stadio avanzato di malattia seppur in presenza di sintomi abbastanza chiari e definiti. In questi casi, dai colloqui che effettuiamo per la presa in carico dei pazienti abbiamo la conferma che la “paura della malattia”èuno degli elementi determinanti per il non riconoscimento dei sintomi/segnali del corpo. Molto spesso questi pazienti hanno uno scarso supporto sociale, supporto che nella maggior parte dei casi ha una funzione propositiva verso gli atti di cura”.
L’evento che è si è verificato al Policlinico Sant’Orsola – Malpighi di Bologna è l’esempio pratico che quando c’è qualcosa che non va nel nostro organismo è importante rivolgersi al medico per effettuare degli accertamenti specifici.
“Il paziente che abbiamo operato – ha spiegato la dottoressa Tonini – non si era mai fatto visitare prima per paura, fino al punto da rischiare seriamente la vita. È fondamentale invece, che una persona appena avverte dei disturbi si rivolga ad un medico per fare i dovuti accertamenti ed evitare così conseguenze gravissime per la vita. Purtroppo ancor oggi, nonostante abbiamo a disposizione indagini diagnostiche molto efficaci, in chirurgia d’urgenza continuiamo a vedere pazienti con tumori in stadi molto avanzati. Questo non dovrebbe avvenire. La diagnosi precoce ovviamente cambia la prognosi.”