Il trattamento della sclerosi multipla potrà diventare sempre più personalizzato. È questo lo scopo di CLAIMS (Clinical impact through AI-assisted MS care), progetto che presto riceverà dalla Innovative Health Initiative europea un finanziamento di quasi 10 milioni di euro per i prossimi quattro anni e che sarà condotto da un consorzio internazionale guidato dalla Charité – Universitätsmedizin, uno dei maggiori ospedali universitari di Berlino. Come si legge sulle pagine di Repubblica, la piattaforma IA sarà sviluppata da partner pubblici e privati, tra cui ospedali, università, aziende e fondazioni di nove nazioni, tra cui l’Italia. Con CLAIMS, spiega Friedemann Paul, “vogliamo personalizzare ulteriormente il trattamento delle persone affette da MS. Pianifichiamo di sviluppare dei modelli predittivi che possano prevedere il decorso della malattia per ogni singolo paziente sulla base dei suoi dati individuali e simulare gli effetti di diversi tipi di cure. Il coinvolgimento dei pazienti sarà un elemento cruciale”.
La sclerosi multipla è una condizione cronica che colpisce circa 2,3 milioni di persone in tutto il mondo. I sintomi della malattia includono disturbi visivi, debolezza muscolare, problemi di coordinazione e dell’equilibrio, intorpidimento e formicolio, disturbi di concentrazione e della memoria. Ciò avviene perché la mielina (una guaina che copre le fibre nervose nel cervello e nel midollo spinale) viene danneggiata dal sistema immunitario, rallentando o bloccando la comunicazione tra i neuroni.
Con una prevalenza di 113 casi ogni 100 mila abitanti il nostro paese è considerato un’area ad alto rischio per questa malattia malattia infiammatoria cronica che colpisce la sostanza bianca (mielina) del sistema nervoso centrale (SNC). Si stima inoltre che le persone con Sm in Italia siano 68.000-75.000, per un totale di 1800-2000 nuovi casi ogni anno. In Sardegna il tasso d’incidenza è molto superiore rispetto alla media nazionale. Nel mondo invece la sclerosi multipla è molto più diffusa nelle zone lontane dall’Equatore, in particolare in Nord Europa, Canada, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Australia. La prevalenza è pari a 100-190 su 100.000 abitanti in Europa del Nord, Stati Uniti, Canada e Nuova Zelanda, mentre scende a 2-25 su 100.000 abitanti in Asia, Africa e Sud America. A livello regionale si registrano disparità di genere minori in Europa e in America rispetto ad Asia, Africa e Oceania.
Pur non avendo alcuna relazione con la fascia anagrafica, può presentarsi principalmente tra i 20 e i 40 anni. Uno degli ultimi casi balzato all’onore delle cronache è quello dell’attrice americana Christina Applegate, protagonista insieme a Linda Cardellini, della serie NetflixDead To Me, che lo scorso febbraio alla cerimonia dei SAG Awards 2023 ha affermato che potrebbe essere il suo “ultimo spettacolo di premi come attrice”. La star 51enne portava un bastone nero con scritto “FU [f**k you] MS”. “Giocare a ping-pong – ha detto la star – è molto più divertente quando l’altra persona è brava quanto te. Probabilmente non lavorerò più davanti a una macchina da presa, ma sono davvero felice di aver concluso insieme a quella che è di gran lunga la migliore attrice con cui abbia mai lavorato nella mia vita, se non il migliore essere umano che abbia mai conosciuto”. La Applegate si riferisce alla collega Linda Cardellini. “Non riesco nemmeno a immaginare di lavorare su un set ora. Questa è una malattia progressiva. Non so se peggiorerò. Posso fare la doppiatrice, perché devo supportare la mia famiglia e continuare a far lavorare il mio cervello”, ha poi aggiunto.