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Scoperto il vaccino contro la malaria. Ogni anno 212.000.000 casi al mondo
Storicamente la sua comparsa è registrata sulla Terra intorno al 2700 a.C. in Cina per poi approdare in Italia in pieno Impero Romano quando gli erboristi furono davvero bravi a ostacolarla essendo sapienti nel curare i campi agricoli e nel saper bonificarli. Si parla della malaria, una malattia potenzialmente mortale causata da parassiti che vengono trasmessi alle persone esclusivamente attraverso le punture di zanzare Anopheles, ma che oggi riaccende il dibattito tra l’opinione pubblica per l’uscita sul mercato del primo vaccino che potrebbe finalmente limitarla. Si chiama RTS,S e l’Organizzazione Mondiale della Salute (nota anche con la sigla OMS) sostiene che salverà decine di migliaia di vite in tutto il mondo. Studiato e perfezionato in laboratorio per circa trent’anni, il vaccino rappresenterebbe una vera e propria svolta per molti popoli del Sud del mondo. Non si deve dimenticare, infatti, che annualmente si registrano circa 212.000.000 casi in tutto il mondo contando quasi 430.000 morti.
Il vaccino va iniettato quattro volte – una volta al mese per tre mesi e poi un’ultima dose 18 mesi dopo. L’OMS ha stabilito che la sperimentazione pilota avrà luogo in tre Paesi africani, Kenya, Ghana, Malawi, per raccogliere informazioni e capire se sia possibile una vaccinazione di massa in Africa, dove è molto difficile raggiungere ospedali o centri medici. Finora il vaccino ha avuto un’efficacia in quattro casi su dieci. Riduce però di un terzo il numero dei casi più gravi.
La vaccinazione coinvolgerà circa 750.000 bambini. “La prospettiva di un vaccino contro la malaria è una grande notizia – ha fatto sapere Matshidiso Moeti, direttrice generale dell’OMS per l’Africa, chiarendo che “le informazioni raccolte in questi programmi pilota aiuteranno a prendere decisioni in merito al suo impiego su più ampia scala”. “In Africa in combinazione con gli interventi anti-malaria già esistenti – auspica Moeti – un simile vaccino dovrebbe avere il potenziale per salvare decine di migliaia di vite”.
La malaria rappresenta un gravissimo problema sanitario mondiale ed è la principale causa di morbilità e mortalità in numerose regioni del pianeta Terra. In Italia è gradualmente scomparsa intorno agli anni ’50 e i casi di malattia che si verificano, comunque, annualmente riguardano soprattutto i turisti che rientrano da paesi malarici e l’immigrazione da tali paesi. Tuttavia, come informa il Ministero della Salute sul proprio sito, oggi vi sono quattro specie di parassiti che causano la malaria negli esseri umani:
- Plasmodium falciparum, responsabile della malaria maligna o terzana
- Plasmodium vivax responsabile della terzana benigna
- Plasmodium ovale che provoca una forma simile di malaria terzana benigna
- Plasmodium malariae responsabile di una forma di malaria definita “quartana” a causa della caratteristica periodicità con cui si presenta la febbre
Il Plasmodium falciparum e il Plasmodium vivax sono i più comuni. Più letale, invece, è considerato il Plasmodium falciparum. Si sono anche verificati casi di malaria umana dovuti al Plasmodium knowlesi, una specie che causa la malaria nelle scimmie ed è facile trovalra in alcune aree forestali del Sud-est asiatico.
Come già precisato, la malaria si trasmette esclusivamente attraverso la puntura della zanzara Anopheles. L’intensità della trasmissione dipende da fattori connessi con il parassita, con il vettore, con l’ospite umano e con l’ambiente. Circa la metà della popolazione mondiale è a rischio di malaria, maggiormente lo sono i minori che abitano in aree della Terra a trasmissione stabile, le donne incinte non immuni, in quanto la malaria provoca un’alta percentuale di aborti e può portare alla morte materna, donne incinte parzialmente immuni, in aree ad elevata trasmissione. La malaria può avere come conseguenze aborti e basso peso alla nascita, soprattutto se si tratta della prima o seconda gravidanza, donne incinte parzialmente immuni affette dall’AIDS in aree a trasmissione stabile, per tutto il corso della gravidanza. Le donne che presentano un’infezione da malaria localizzata nella placenta hanno anche un rischio maggiore di trasmettere al neonato l’infezione da HIV, persone affette da HIV/AIDS, i viaggiatori internazionali in provenienza da aree non endemiche a causa dell’assenza di immunità, immigranti provenienti da aree endemiche e i loro figli, che vivono in aree non endemiche e tornano nei paesi d’origine in visita ad amici e parenti, sono similmente a rischio a causa del calo o assenza di immunità.