Al via la settimana di sensibilizzazione sull’igiene delle mani dopo la Giornata Mondiale che si e’ svolta domenica 5 maggio. Tante le inziative messe in campo da diverse strutture ospedaliere italiane che hanno aderito all’appello dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ Ogni (OMS) volto ad evidenziare come un corretto lavaggio delle mani riduce di oltre il 40% di contrarre infezioni, non solo nella normale attività quotidiana, ma anche in ospedale. Slogan della campagna di quest’anno rivolta anche agli operatori sanitari, e’: “Clean care for all – it’s in your hands”, ovvero Salva vite ! igienizza le tue mani. In tutti i presidi ospedalieri dell’Ausl centro e’ stata organizzata una vera azione dimostrativa mettendo a disposizione degli operatori sanitari un test a raggi ultravioletti per verificare l’efficacia della tecnica di frizione delle mani. Il test mostra – si legge nella nota – il risultato dopo aver distribuito una piccola quantità di gel alla fluoresceina, una soluzione idroalcolica che simula lo sporco sulle mani e il successivo lavaggio con acqua e sapone. Il passaggio sotto il box pedagogico (strumento per verificare la corretta frizione delle mani) evidenzia la quantità di microbi e batteri che possono annidarsi nonostante il lavaggio con acqua e sapone.Promotori di questa iniziativa all’interno dell’ospedale di Pistoia sono Giuditta Niccolai, medico di direzione sanitaria del presidio ospedaliero di Pistoia, deputato al controllo delle infezioni. “Con questo semplice test riteniamo di poter far crescere la consapevolezza su questo aspetto correlato all’assistenza – ha spiegato la dottoressa Niccolai – una corretta igiene delle mani è fondamentale per prevenire le infezioni in ambito ospedaliero per questo ci facciamo portavoce di questa campagna di sensibilizzazione rivolta ai pazienti, ma anche agli operatori sanitari, contro le infezioni che molto spesso mettono a rischio la salute e la buona riuscita degli interventi.” Anche l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena ha aderito alla campagna dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e per l’occasione il 6 maggio ha organizzato un incontro fomrativo dal titolo “Prevenzione delle infezioni del sito chirurgico (SSI) dalle evidenze alla pratica” organizzato dal Nucleo Operativo per il controllo delle infezioni correlate all’assistenza, di cui è responsabile la dottoressa Elena Vecchi. Il Gruppo è composto da medici igienisti, infettivologi, microbiologi e infermieri addetti al controllo delle infezioni.
Nel corso della settimana, il Servizio Igiene Ospedaliera verificherà il grado di adesione degli operatori alle linee guida dell’OMS su come eseguire il lavaggio delle mani. Scopo di questo incontro “promozionale”, al quale hanno aderito 100 professionisti, è stato quello di fornire all’équipe chirurgica una gamma completa di raccomandazioni evidence-based per gli interventi da applicare durante le fasi pre, intra e post-operatori per la prevenzione delle Infezioni del Sito Chirurgico. Durante l’incontro si è svolto un vero e proprio flash mob per sensibilizzare tutti a questo tema delicato. “Le infezioni del sito chirurgico (ISC) – ha detto la dottoressa Elena Vecchi – rappresentano circa un quarto delle infezioni associate alle procedure assistenziale in ambito ospedaliero (Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA), si verificano nel 2% circa degli interventi chirurgici ed hanno un impatto negativo in termini di morbosità e mortalità. In Inghilterra si stima che il 77% delle mortalità in pazienti con una ISC sia direttamente attribuibile ad essa. In aggiunta al carico clinico-assistenziale, le ISC sono tra tutte le ICA quelle associate a maggior impatto economico a causa di un prolungamento della degenza, di esami diagnostici aggiuntivi e di aumentati costi di trattamento”. Una quota rilevante delle infezioni del sito chirurgico stimabile fino al 55%, è prevenibile l’implementazione di misure preventive condivise da tutti i professionisti che operano all’interno della Sala Operatoria, come previsto tra l’altro dalle ultime Linee Guida pubblicate dall’OMS. Promuovere il miglioramento delle pratiche di igiene delle mani in tutti i servizi chirurgici attraverso la continuità delle cure, dai reparti chirurgici alle sale operatorie, ai servizi chirurgici ambulatoriali, è l’obiettivo primario della nostra campagna”.
Nel corso dell’evento c’e’ stata inoltre una sezione interamente focalizzata sulla corretta profilassi antibiotica perioperatoria (PAP). La corretta PAP rappresenta infatti la principale misura per prevenire le infezioni del sito chirurgico insieme alla partica corretta di igiene delle mani: si stima che il 40-60% delle Infezioni del Sito Chirurgico siano prevenibili con l’uso appropriato profilassi antibiotica. “L’utilizzo di antibiotici ove non necessario – ha evidenziato la prof. Cristina Mussini, Direttore delle Malattie Infettive – o di antibiotici ad ampio spettro per la PAP o tempi di somministrazione che si prolungano dopo la conclusione dell’intervento chirurgico aumentano il rischio di effetti collaterali, il rischio che il paziente sviluppi infezioni sostenute da microrganismi antibioticoresistenti e il rischio di insorgenza di infezioni da Clostridium difficile”.
Stamattina anche all’ingresso dell’ospedale Santa Maria Nuova diFirenze è stato allestito un info point con materiale informativo e il box pedagogico (strumento per verificare la corretta frizione delle mani) per evidenziare la quantità di microbi e batteri che possono annidarsi sulle mani nonostante il lavaggio con acqua e sapone.
Le mani sono un ricettacolo di germi, una piccola percentuale è rappresentata da microorganismi non patogeni che risiedono naturalmente sulla cute senza creare danni, ai quali però possono aggiungersi virus e batteri che circolano nell’aria o con cui veniamo in contatto toccando le diverse superfici. Sulle mani, possono sopravvivere per ore prima di essere trasmessi, pertanto lavarsi le mani in modo corretto è fondamentale per la prevenzione delle infezioni.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Infection Control & Hospital Epidemiology il modo giusto per lavarsi le mani è quello consigliato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli scienziati hanno messo a confronto il metodo di lavaggio raccomandato dal Centers for Disease Control and Prevention, ovvero quello in cui più o meno tutti laviamo le mani quotidianamente, rispetto a quello promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che prevede invece qualche istante in più – 42 secondi rispetto ai 35 – da dedicare ai passaggi intermedi. Sono 3 le fasi del metodo classico: l’applicazione del sapone o disinfettante sul palmo di una mano; lo sfregamento tra i palmi di entrambe le mani e infine lo sfregamento su tutta la superficie delle mani fino a che non siano asciutte. Per l’OMS invece sono 6 e prevedono tra l’altro di incrociare le dieci dita tra loro, sia sui palmi che sui dorsi delle mani, infilare il pollice nel pugno dell’altra mano e ancora muovere una mano in un gesto circolare sull’altra.
Quindi, attenendosi alla direttiva OMS, la procedura corretta per lavarsi le mani con acqua e sapone è la seguente:
– applicare una quantità di sapone sufficiente per coprire tutta la superficie delle mani;
-frizionare le mani palmo contro palmo, palmo destro sopra il dorso sinistro e viceversa, palmo contro palmo dita intrecciate;
-sfregamento rotazionale del pollice destro stretto nel palmo sinistro e viceversa;
– sfregamento rotazionale con le dita chiuse nella mano destra sul palmo sinistro e viceversa;
– sciacquare le mani con acqua almeno per 40 secondi;
-asciugare accuratamente con una salvietta monouso;
– usare la salvietta per chiudere il rubinetto.