Anche quest’anno la stagione dei saldi estivi ha preso il via e sono molte le persone che cercano di acquistare capi di abbigliamento a prezzi vantaggiosi. La parola shopping, intesa proprio come “girare da un negozio all’altro per fare acquisti”, è ormai diventata di uso comune nel nostro Paese. Fare shopping, quindi, piace molto soprattutto alle donne, pronte a organizzare anche delle vere e proprie “spedizioni” nei centri commerciali e outlet per accaparrarsi vestiti, accessori e oggetti vari a prezzi convenienti. Per i più pigri, invece, c’è lo shopping online, un nuovo metodo di acquisto che, negli ultimi anni, è diventato un must tanto da tenere incollati al computer, smartphone e Ipad milioni di persone.
In alcuni casi però, l’amore per la moda e lo shopping può diventare qualcosa di estremamente pericoloso e quasi patologico, come quello riprodotto dal regista P.J.Hogan nel film I Love Shopping con protagonista Rebecca, un’aspirante giornalista di moda e shopper compulsiva, che per uno strano scherzo del destino si trova così a dover dare consigli ai lettori su come risparmiare i propri soldi. Commedie a parte, per gli esperti, quando si ha un’incontrollabile voglia di comprare qualsiasi cosa, si è di fronte a una vera e propria patologia che, secondo le stime, colpisce l’8% degli italiani.
La sindrome dell’acquisto compulsivo è davvero una dipendenza? Qual è il campanello d’allarme da non sottovalutare per non rischiare di andare incontro a seri problemi di salute?
Mutua Basis Assistance l’ha chiesto alla Dottoressa Marinella Cozzolino, psicologa-psicoterapeuta:
“Lo shopping compulsivo è una dipendenza conclamata, è una patologia che presenta due caratteristiche molto importanti: ossessivo perché è un pensiero costante e compulsivo perché va aldilà della volontà di chi ne soffre. Le persone che hanno questo disturbo, come gli alcolisti e i giocatori d’azzardo, mettono in atto un meccanismo del quale non riescono a farne a meno e comprano di tutto, anche se non ne hanno effettivamente bisogno. E’ un comportamento per colmare dei vuoti”.
Quali sono gli atteggiamenti più comuni di un soggetto affetto da questo disturbo?
“Il gesto dell’acquisto sfrenato, irrazionale e insensato è la loro arma di gratificazione, perché si sentono appagati solo dopo aver raggiunto un bisogno che, secondo loro, gli concede più forza e maggiore autostima. Tutto questo, però, è solo un’illusione che svanisce nel momento in cui si rientra a casa e ci si rende conto di aver fatto acquisti folli e inutili. Hanno una consapevolezza relativa perché non ammettono di aver comprato oggetti superflui, anzi quella spesa è un’occasione per farne un’altra. Ogni occasione è buona per comprare e non è facile bloccare l’atteggiamento impulsivo. Hanno bisogno di colmare un vuoto di fondo con qualcosa di materiale. Non è un caso, infatti, che spesso gli oggetti acquistati, come ad esempio i vestiti, rimangano nell’armadio con l’etichetta attaccata!”.
Chi soffre della sindrome dello shopping ossessivo tende a negare? Quanto è determinante invece riconoscere di avere il problema?
“La consapevolezza è importante, ma la maggior parte dei soggetti che hanno questa patologia non si mette in discussione e non ammette di avere un problema psicologico e poca autostima. Paradossalmente, a volte, lo confonde con l’umiltà. Utilizzano tutto ciò che è esteriorità come il loro punto di forza per essere accettati: “compro quel vestito perché mi permette di andare alla festa e quindi entrare in relazione con gli altri”, non perché “con quel vestito mi sento a mio agio.”
“Sì, online è tutto più rapido e veloce perché, con l’acquisto tramite carta di credito, a differenza del metodo tradizionale, non si ha una percezione immediata di quanto si spende. Anche il pagamento diventa un gioco intrigante, tant’è che, solitamente, il 99% delle persone che acquistano online, lo fanno di notte o quando sono da soli perché lo percepiscono come un momento di trasgressione”.
È possibile guarire?
“Sì, è possibile guarire in maniera definitiva, attraverso una psicoterapia cognitiva-comportamentale che lavora sulla struttura della persona partendo proprio dall’accettazione di sé, indipendentemente da quello che si possiede o che si desidera possedere in maniera irrazionale. Poi c’è la guarigione apparente con lo spostamento del sintomo compulsivo in un altro settore, che può essere il cibo, lo sport, un hobby.”
Consigli per vivere il periodo dei saldi con estrema tranquillità, senza cadere nella trappola dello shopping compulsivo?
“Innanzitutto, riconoscere e affrontare le paure senza bisogno di rincorrere qualcosa di materiale per sentirsi appagati e accettati. Non è il vestito bello che rende la persona più amabile. Dopodichè, i saldi non sono da demonizzare anzi devono rappresentare l’occasione di risparmio tenendo presente il budget a disposizione. Decisamente importante è stabilire una quota economica da spendere per acquistare oggetti utili a prezzi vantaggiosi, ma se si riesce anche a non spendere tutto, il consiglio è quello di non acquistare cose superflue solo per il gusto di azzerare il budget. Magari fate un regalo a chi amate!”
E voi? Che ne pensate? Mutua Basis Assistance augura a tutti gli associati un buono e sano shopping all’insegna… del relax!