Dal dramma, la rinascita. Al centro della storia c’è un uomo di 38 anni impiegato in una ditta di mobili. Per cause ancora da accertare, un macchinario per la lavorazione del legno gli ha amputato entrambe le mani all’altezza dei polsi. Fortunatamente l’operaio vicentino è stato soccorso nell’immediato e nel giro di due ore era nelle mani dei professionisti dell’ospedale di Borgo Trento a Verona, guidati dal dottor Massimo Corain.
Come si apprende dall’Azienda ospedaliera universitaria di Verona, l’amputazione bilaterale viene definita in medicina un’emergenza tempo-dipendente, che richiede un livello organizzativo particolarmente alto considerata l’eccezionalità dell’azione in simultanea sulla destra e sulla sinistra. Non a caso infatti sono state attivate procedure straordinarie per il trasporto delle due parti amputate, che come per il trasporto di organi sono state conservate in appositi contenitori con il ghiaccio.
In sala operatoria erano presenti 4 microchirurghi che per 7 ore e mezza hanno operato in simultanea sui due arti. Il paziente è rimasto ricoverato per un intero mese nel nosocomio veronese per le cure necessarie alla buona riuscita dell’intervento, anche per il rischio di complicanze vascolari o infettive ed è stato ora affidato a un reparto di rieducazione funzionale per uno speciale recupero della funzionalità delle mani. La ripresa della funzionalità delle mani, in questo caso, equivale a garantire l’autosufficienza nelle minime attività quotidiane come nutrirsi e prendersi cura in piena autonomia di se stesso. Un processo che può durare fino a 7 o 8 mesi.
Grande soddisfazione è stata espressa dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, Calisto Bravi. “I livelli di eccellenza del nostro Polo chirurgico Confortini sono noti – ha commentato – ma vogliamo ribadire oggi che le moderne tecnologie non sono che un elemento di successo. La colonna portante di Auoi sono i suoi professionisti: medici, infermieri e tecnici di altissima professionalità, capaci di curare ma soprattutto di fronteggiare qualsiasi esperienza. Anche per la prima volta, come il reimpianto bilaterale delle mani”.