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Si cercano 1069 medici ma intanto la categoria annuncia uno sciopero nazionale
Sul portale “inPA” e sul sito istituzionale INPS, nella sezione Avvisi, Bandi e Fatturazione, è pubblicato il bando di concorso pubblico, per titoli ed esami, per il reclutamento di 1069 professionisti medici di prima fascia funzionale, a tempo indeterminato, da inquadrare nei ruoli del personale dell’INPS. Per aderire c’è tempo fino a lunedì 4 novembre. La domanda infatti va presentata entro 30 giorni dalla pubblicazione del bando, esclusivamente per via telematica, compilando il format di candidatura sul Portale del Reclutamento “inPA”.
Così come precisato all’interno del bando, le posizioni da ricoprire interessano tutte le regioni, con particolare richiesta che arriva dalla Lombardia, dalla Sicilia e dalla Puglia.
Nonostante la ricerca di queste 1069 figure mediche, la sanità italiana è in affanno tanto che i medici hanno annunciato uno sciopero generale in programma per il 20 novembre prossimo, con l’obiettivo di concentrare l’attenzione sulle gravi carenze del Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Luigi Mascia, rappresentante del sindacato medico Cimo, fa sapere che la situazione attuale minaccia la qualità delle cure offerte ai cittadini. “Un sistema sanitario una volta considerato tra i migliori al mondo oggi soffre di un definanziamento decennale, una situazione che, secondo i medici, deve essere affrontata con urgenza per poter garantire cure adeguate”, commenta.
Ogni anno, si legge nella nota stampa diramata da CIMO (il sindacato dei medici), “la legge di bilancio si rivela una doccia fredda per la sanità pubblica, e quindi per i cittadini e per il personale sanitario”. “Quello di illudere pazienti e professionisti della salute con mirabolanti promesse per poi ritrovarsi con in mano un piatto di lenticchie è uno sport politico che non siamo più disposti ad accettare. E allo stesso modo risulta una presa in giro aumentare di 3 euro le pensioni minime e poi costringere le fasce più povere della popolazione a spendere centinaia di euro per visite mediche private, analisi, TAC e risonanze magnetiche che risultano inaccessibili nella sanità pubblica”.
Il 20 novembre, allora, medici e infermieri sciopereranno e manifesteranno a Roma per almeno dieci ragioni. Ecco quali:
- 1. Erano stati annunciati 3,7 miliardi per la sanità pubblica: il prossimo anno ne arriveranno 1,3, sufficienti a malapena a finanziare i rinnovi dei contratti del personale sanitario, lasciando dunque briciole al miglioramento dell’assistenza sanitaria offerta ai cittadini.
- 2. Erano state promesse 30mila assunzioni nel Servizio sanitario nazionale, ma la legge di Bilancio non ne prevede alcuna. E senza assunzioni sarà impossibile ridurre il carico di lavoro dei dipendenti e migliorare quindi le condizioni lavorative negli ospedali, oggi inaccettabili.
- 3. Erano stati previsti, nella precedente legge di Bilancio, 200 milioni per i medici dipendenti per ridurre le liste d’attesa, ma si sta lavorando per ridurre del 50% il finanziamento a favore dei medici specialisti ambulatoriali interni.
- 4. Era stata assicurata la defiscalizzazione al 15% dell’indennità di specificità medica, un riconoscimento vero della peculiarità della professione. Invece non è prevista alcuna defiscalizzazione ma solo lo stanziamento di un misero finanziamento aggiuntivo che porterà nelle tasche dei medici circa 17 euro mensili. Una vera elemosina che offende tutta la categoria.
- 5. Era stata prevista la defiscalizzazione al 15% delle prestazioni aggiuntive, ma numerose aziende si rifiutano di applicarla in attesa di una circolare del MEF che non promette nulla di buono.
- 6. Erano stati garantiti importanti miglioramenti sul fronte della responsabilità professionale per far lavorare i medici con maggiore tranquillità; invece, i risultati non ancora ufficiali della Commissione D’Ippolito appaiono estremamente fumosi e poco efficienti.
- 7. Era stata dichiarata guerra contro i cosiddetti medici gettonisti, e invece il Governo ha proposto un Disegno di Legge che intende contrastarli attraverso il ricorso a contratti precari co.co.co.
- 8. Erano state stanziate dallo Stato, negli anni passati, molte risorse in favore del personale sanitario, che tuttavia risultano ancora trattenute dalle Regioni. Non possono meravigliare, poi, le iniziative di alcune di esse che anticipano gli effetti dell’autonomia differenziata sul mercato del lavoro, elargendo premi di produzione extra contrattuali.
- 9. Era stato promesso un vero finanziamento per la sanità pubblica, e invece ogni provvedimento adottato dal Governo aumenta le risorse destinate alla sanità privata, senza tenere in considerazione lo scandaloso dumping salariale tra medici del pubblico e medici dipendenti di aziende private, molti dei quali attendono il rinnovo del contratto di lavoro da 20 anni.
- 10. Era stato annunciato il rispetto dei contratti di lavoro ed il rinnovo dei CCNL entro la scadenza; invece stiamo riscontrando numerose difficoltà nella corretta applicazione del CCNL 2019-2021 nelle aziende, in particolare degli articoli che riguardano l’orario di lavoro, nel tentativo di continuare a lucrare sulle ore lavorate a titolo gratuito. Al contempo siamo ancora in attesa dell’emanazione dell’atto di indirizzo necessario ad avviare le trattative per il CCNL della dirigenza medica e sanitaria 2022-24, che scadrà tra due mesi.
“Con questo scenario – si legge ancora nella nota – non possiamo che condividere la scelta di chi decide di abbandonare la sanità pubblica. La Federazione CIMO-FESMED sarà dalla sua parte, e offrirà ogni possibile aiuto per supportare l’uscita dal SSN”.