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“Siate fecondi, non zitelloni”, il Papa invita alle nascite ma l’Italia invecchia
“Memoria” del bene fatto da Dio e “speranza di fecondità per il futuro”. Sono questi i due concetti centrali del discorso che papa Francesco ha rivolto ai ragazzi di Nuovi Orizzonti, in un videomessaggio inviato per il 25esimo anniversario dalla fondazione. “Nessuno di voi – ha detto il Pontefice – è nato per essere ‘zitellone’ o ‘zitellona’ nel senso spirituale. Forse tanti di voi non vi sposerete ma dovrete essere fecondi e dare questa gioia come fecondità agli altri”. Un tema quanto mai delicato e attuale quello toccato da Bergoglio e affidato ai giovani italiani che, a differenza di quanto auspicato dal Papa, restano sempre più in casa con mamma e papà approfondendo la propria condizione di figli disinteressati a una possibile genitorialità. La capacità produttiva italiana negli ultimi anni si è indebolita in modo decisivo e, come evidenziano i recenti studi demografici, a lasciar sperare in un ringiovanimento del Paese sono le nascite dei figli degli immigrati. Punto su cui si è concentrato anche il governatore Ignazio Visco presentando la relazione annuale della Banca d’Italia. Invecchiamento rapido della popolazione e squilibri tra le generazione sono infatti i due fattori che potrebbero condizionare ulteriormente i conti pubblici. Da qui al 2030, senza il contributo dell’immigrazione, la popolazione italiana di età compresa tra i 20 e i 64 anni diminuirebbe di 3 milioni e mezzo, scendendo di altri 7 milioni nei successivi 15 anni. Una catastrofe ben sintetizzata dal punto di caduta: oggi, per ogni 100 persone tra i 24 e i 60 anni ce ne sono 38 con almeno 65 anni.
Sulla base di quanto registrato dall’Istat, per il quarto anno consecutivo la popolazione italiana continua a scendere. Quattro anni fa contava 60 milioni e 391mila al primo gennaio, oltre 90mila in meno sull’anno precedente (-1,5 per mille). I cittadini italiani scendono a 55 milioni e 157mila (-3,3 per mille), mentre aumentano gli stranieri residenti: sono 5 milioni 234mila (+17,4 per mille) coprendo l’8,7% della popolazione. Le nascite del 2018 sono state 449mila, 9mila in meno rispetto all’anno precedente, già segnato dal rosso del minimo della natalità. Rapportando questi dati alla fotografia demografica del 2009, ben dieci anni di distanza, si contano 128mila nati in meno. Resta invece invariato il numero di figli per donna, circa 1,32; aumenta l’età media del parto, che per la prima volta solletica il tetto dei 32 anni. Circa vent’anni fa la media era più bassa di circa due anni. Tuttavia le morti diminuiscono: nel 2018 se ne stimano 636 mila, 13 mila in meno rispetto al 2017 (-2,1%). In rapporto al numero dei residenti, nel 2018 sono morti 10,5 individui ogni mille abitanti, contro i 10,7 del 2017. La popolazione, però, tende a invecchiare. Per questo, sottolinea l’Istat, la logica richiederebbe che il numero di decessi tendesse a crescere, in quanto più individui sono esposti ai rischi di morte. La situazione non cambierebbe anche se rimanessero invariati i fattori di rischio da un anno all’altro. Ma, continua l’Istituto, quando questo non accade, come nell’ultimo anno, il fenomeno può essere causato “dal mutevole andamento delle condizioni climatico-ambientali e dell’alterna virulenza delle epidemie influenzali da una stagione alla successiva”. Nell’ultimo decennio, ricorda l’Istat, si sono osservati almeno tre picchi significativi: nel 2012 e soprattutto nel 2015 e nel 2017.
Il dato più preoccupante invece riguarda proprio l’invecchiamento della popolazione che, sempre tornando alle parole del Papa, non riguarda solo l’Italia ma tutta l’Europa. È stato sempre Bergoglio in occasioni precedenti del suo Pontificato a definire il Vecchio continente una “nonna”. Nello specifico, per quanto riguarda l’andamento dell’Italia cresce, in termini assoluti e relativi, il numero degli over 65. Al primo gennaio 2019 erano quasi 14 milioni, il 22,8% della popolazione totale. Circa 8 milioni i giovani fino a 14 anni. Anche gli “individui in età attiva” stanno diventando sempre più anziani. Sono 38, 6 milioni in tutto, pari al 64%, gli individui attivi, cioè quelli che hanno tra i 15 e i 64 anni. In questa fascia la maggior parte della popolazione ha tra i 40 e i 64 anni, circa il 37,2%, mentre cala la fascia 15-39 che scende a 26,8%. Anche i cosiddetti “super anziani” hanno ormai raggiunto una cifra significativa: in Italia si contano circa 2,2 milioni di persone che hanno o superano gli 85 anni, pari al 3,6% della popolazione.