Con l’arrivo dell’estate e delle alte temperature lo spettro della siccità torna a generare apprensione in Italia del Sud e nella parte est del Paese e tra le schiere degli agricoltori: secondo la Confederazione italiana agricoltori ci sarà una riduzione della produzione ortofrutticola nella Pianura Padana del 30-40%, con punte peggiori per i cereali, fino al 50% per il mais e la soia. Ciò che preoccupa in modo considerevole tuttavia è che l’attuale stato di mancanza d’acqua potrebbe aggravarsi ulteriormente. A confermalo è la fotografia del Po (tre metri sotto il livello abituale) e del Lago Maggiore, ai minimi storici, e il basso livello di precipitazioni dal 31 marzo scorso: nel Nord-Est del paese non ha piovuto per più di 100 giorni.
Sono ben 25 i comuni del Bergamasco che stanno facendo i conti con il razionamento dell’acqua nelle ore notturne. Al momento le limitazioni non sono rigide, ma potrebbe essere solo l’inizio di un’emergenza più significativa. Uniacque è la società che gestisce il servizio idrico in provincia di Bergamo e che aveva inviato una richiesta di emissione di ordinanza di contenimento dei consumi idrici per “ridurre ogni uso non indispensabile dell’acqua potabile. È pertanto necessario che tutti i cittadini delle zone interessate interrompano l’uso dell’acqua potabile per gli usi non essenziali quali, a titolo di esempio, irrigazione di giardini privati e pubblici, lavaggio dei piazzali e automobili, riempimento di piscine”. La sospensione idrica notturna potrebbe presto essere imposta a ulteriori 100 comuni della valle del Po, in Piemonte. È questo l’oggetto della richiesta presentata da alcune aziende aderenti a Utilitalia, l’associazione che riunisce i gestori degli acquedotti e dà l’idea di quanto grave sia la siccità che sta colpendo tutta l’Italia ma le regioni del nord in particolare.
Per il Po, la cui portata è ridotta ai minimi termini, si tratta della peggiore secca degli ultimi 70 anni come certificato dall’autorità che controlla la portata del maggior fiume italiano. La neve sulle Alpi è totalmente esaurita in Piemonte e Lombardia e in alcuni territori non piove da 110 giorni tanto che in decine di Comuni di Piemonte e Lombardia sono già a lavoro le autobotti per l’approvvigionamento di acqua perché i serbatoi locali afferiscono a sorgenti che non ci sono più.
Secondo l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi) la gravissima condizione di siccità registrata soprattutto nelle zone a nord dell’Italia ha permesso di concordare azioni di contrasto alle criticità idriche mentre il progressivo precipitare della situazione in Centro Italia obbliga ad azioni d’emergenza. È quindi necessario contrastare subito l’aggravarsi della situazione, ma poi, al più presto, bisognerà far partire gli interventi infrastrutturali, già finanziati e in avanzato iter procedurale, capaci di incrementare la resilienza dei territori. Allo stesso tempo occorrono scelte di carattere politico che sblocchino nuove opere finalizzate ad aumentare le riserve d’acqua di un Paese, dove crescono segnali idricamente allarmanti.