Nuovo ricovero in ospedale per il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. L’ex presidente del Consiglio dei Ministri questa mattina è stato trasferito d’urgenza all’ospedale San Raffaele da dove era stato dimesso il 19 maggio scorso, dopo ben 45 giorni di ricovero.
Berlusconi si trova nel reparto ordinario
“Solventi I Q” al primo piano, diretto dal cardiologo Giulio Melisurgo. Al momento infatti non è stato destinato alla terapia intensiva, ma secondo quanto riferito da alcune fonti sanitarie il ricovero avrà tempi lunghi. Di certo c’è che trascorrerà questa notte sotto osservazione. Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, fa sapere, tuttavia, che si tratta di “controlli che assolutamente previsti, anticipati di qualche giorno”.
La malattia. Il 5 aprile il Cavaliere era stato ricoverato a seguito dell’insorgere di una serie di complicazione legate alla sua patologia, la leucemia mielomonocitica cronica. Berlusconi era stato prima in terapia intensiva e poi in degenza ordinaria. In quell’occasione, attraverso una nota, i medici Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri avevano fatto sapere che Berlusconi era ricoverato in terapia intensiva per la cura di un’infezione polmonare. “L’evento infettivo si inquadra nel contesto di una condizione ematologica cronica di cui egli è portatore da tempo: leucemia mielomonocitica cronica, di cui è stata accertata la persistente fase cronica e l’assenza di caratteristiche evolutive in leucemia acuta”, si legge. Nella sostanza, si tratta di un raro tumore del sangue caratterizzato da una proliferazione abnorme di monociti, una specifica tipologia di globuli bianchi.
Annus horribilis. Il 2022 per patron Mediaset non è stato così semplice. Dopo aver contratto il virus Sars-Cov-2, ha dovuto affrontare un ennesimo ricovero al San Raffaele a causa di un’infezione alle vie urinarie e dell’aritmia cardiaca che spesso rallenta i tempi serratissimi della sua agenda politica. Nel 2019 invece la sospensione dalle scene era stata causata da un ricovero urgente e da un’operazione all’intestino, dovuta a un’occlusione.