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Spreco alimentare: la fotografia della tavola degli italiani
Quello dell’alimentazione resta un tema all’ordine del giorno. In vista della Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, che si celebra domani lunedì 5 febbraio, l’Osservatorio Waste Watcher International restituisce importanti dati che partono proprio dalla tavola (e dalla dispensa) delle famiglie italiane. Nel nostro paese, nel corso dell’ultimo anno, lo spreco alimentare ha subito un incremento: secondo il report, realizzato per la campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero su monitoraggio Ipsos/Università di Bologna Distal, si passa da 75 a quasi 81 grammi di cibo buttato ogni giorno pro capite nelle nostre case (80,9 grammi) e da 524,1 grammi settimanali nel 2023 a 566,3 grammi settimanali nel 2024. Si tratta dell’8,05% in più rispetto al 2022. Nel 2024 in Italia lo spreco alimentare costa circa 290 euro annui a nucleo, circa 126 euro pro capite ogni anno. Nello specifico, si spreca di più nelle città e nei grandi Comuni (+ 8%) e meno nei piccoli centri. Inoltre, sprecano di più le famiglie senza figli (+ 3%) e molto di più i consumatori a basso potere d’acquisto (+ 17%). Si spreca di più a Sud (+ 4% rispetto alla media nazionale) e meno a Nord (- 6% rispetto alla media).
Il tema di questa undicesima Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare è “Make the difference. Stop #foodwaste”. Si tratta di una ricorrenza che ha un chiaro riferimento alle azioni e ai comportamenti concreti per contribuire al conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU al 2030, in particolare il 12.3: “dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030”.
A questo proposito, in occasione di questa Giornata e per accendere i riflettori, Just Eat, la nota piattaforma di ordinazione e consegna pasti che agisce come intermediario fra il ristoratore e i clienti, dispensa 5 raccomandazioni per un futuro alimentare più sostenibile. Si comincia da: riflettere sulle quantità prima di ordinare. È importante capire se si vuole ordinare un pasto in più per avere il pranzo pronto il giorno successivo, ma anche se si riuscirà a riutilizzare tutti i piatti ordinati. Interessante notare che oltre il 43% delle persone consumano il cibo ordinato a domicilio anche nei giorni successivi. Poi: conservare correttamente gli avanzi, di primaria importanza è la conservazione degli avanzi. Aspettare che il cibo si sia raffreddato, poi sigillarlo in contenitori ben chiusi e conservarlo in frigorifero. In questo contesto, 6 persone su 10 dichiarano di riutilizzare il packaging per la conservazione del cibo. Gli altri tre consigli: riscaldare gli avanzi una sola volta e aspettare che siano ben caldi prima di consumarli; non gettare via gli scarti delle verdure (gambi, foglie, ecc.) in quanto possono essere riutilizzati per preparare il brodo. È possibile congelarli e aggiungere un tocco di sapore in più a zuppe, salse o risotti; se non è stato possibile riutilizzare gli avanzi, compostarli è comunque un modo per evitare che vadano sprecati.