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Stop medici e infermieri: protestano per il mancato rinnovo dei contratti
Game over per la sanità italiana. Uno stop fissato per il 23 febbraio prossimo quando oss, medici e infermieri metteranno da parte i ferri del mestiere per prendere parte a uno sciopero nazionale. Inizialmente la mobilitazione era stata annunciata per il 26 dello stesso mese, ma per ragioni di natura squisitamente tecnico-giuridica è stata anticipata di 3 giorni. Ne ha dato conferma il sindacato infermieri Nursing Up. “Siamo stati costretti a spostare lo sciopero degli infermieri per essere in regola con le norme della legge sul diritto di sciopero – ha spiegato il presidente di Nursing Up Antonio De Palma – visto che i medici hanno fatto slittare il loro dall’8 e 9 febbraio al 23”. La protesta degli infermieri riguarderà anche le professioni sanitarie, come tecnici radiologi e di laboratorio. Gli infermieri impiegati nel Servizio sanitario nazionale sono circa 250 mila. “Abbiamo ricevuto l’inaccettabile richiesta di derogare alla normativa europea sull’orario di lavoro per sospendere i riposi e lavorare continuativamente sempre di più, dimenticando che la responsabilità delle attività infermieristiche ricadono principalmente sul professionista”, ha proseguito De Palma ribadendo che “gli infermieri sono professionisti a tutti gli effetti, oggi con un proprio ordine” e che “aspettano da 30 anni di vedere riconosciuto contrattualmente ruolo e responsabilità”.
Ciò che tuttavia si teme è che di questa giornata di riposo (24 ore di sciopero) possano risentirne gli ospedali e le sale operatorie. Perché il personale del comparto sanità e i medici sciopereranno? Al centro della protesta il mancato rinnovo dei contratti. Tra le richieste del sindacato, anche lo sblocco del turnover per arginare la fuga dei cervelli e l’emigrazione dei giovani infermieri che si trasferiscono all’estero a portare competenze e professionalità che non vengono riconosciute in Italia. Un ulteriore punto affrontato riguarderà i tagli lineari delle dotazioni organiche, al demansionamento dei professionisti sanitari e alle pretese di deroghe indiscriminate alle ore di riposo giornaliere e al riposo settimanale.
“E’ comprensibile, il contratto è fermo da anni ormai e le componenti del contratto sanità stanno facendo un grosso sacrificio”. Così ha spiegato il coordinatore della commissione Affari finanziari della Conferenza delle Regioni, Massimo Garavaglia, e presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità sullo sciopero proclamato dagli infermieri. “Da parte nostra c’è tutta la volontà di chiudere, purtroppo il Parlamento si è dimenticato in legge di bilancio 800 milioni di euro, evidentemente per il Governo e il Parlamento la sanità non è una priorità, ma al netto di questo noi una soluzione la vogliamo trovare, ci stiamo lavorando e speriamo di trovarla”.