Il panico si legge negli occhi delle popolazioni che stanno vivendo il dramma delle continue scosse sismiche. Ma come si affrontano gli attacchi di panico? Secondo gli esperti, in questa delicata situazione, non bisogna sottovalutare la paura.
Sono circa 21.600 le scosse di terremoto che dal 24 agosto scorso si sono verificate nel Centro Italia. Ci sono paesi, come Accumoli, Amatrice, Arquata e Pescara del Tronto che non esistono più. 291 è il numero delle vittime.
L’evento del 30 ottobre di magnitudo 6.5 è stato quello più forte: ha causato ulteriori danni al patrimonio, ma non ha provocato vittime “dirette”, è stata registrata la morte per infarto di un uomo di 73 anni a Tolentino, presumibilmente proprio per lo choc provocato dal sisma.
Il panico si legge negli occhi delle popolazioni che stanno vivendo il dramma delle continue scosse sismiche e secondo gli esperti, in questa delicata situazione, non bisogna sottovalutare la paura.
La fascia d’età più soggetta ad attacchi di panico è quella tra i 40 e 45 anni, perché sentono il peso delle responsabilità familiari, ma chiunque può sviluppare crisi d’ansia che possono degenerare.
“Se avete avuto un attacco di panico, se vi siete sentiti bloccati con la sensazione di morire, anche con sudore freddo e palpitazioni dopo aver sentito la casa ballare violentemente sotto i vostri piedi e, nei casi peggiori, dopo aver visto abitazioni crollare, avete vissuto un’esperienza traumatica molto forte che lascia strascichi e che va affrontata, altrimenti il trauma può strutturare uno stato ansioso permanente”. Le parole della psicoterapeuta Paola Vinciguerra, presidente dell’Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico) e supervisore Emdr.
La domanda è: Come poter affrontare il panico che sopraggiunge in quegli interminabili secondi in cui la terra trema sotto i piedi?
L’azione principale è quella di non isolarsi.
“È bene scambiare – ha sottolineato la Vinciguerra – ciò che si è vissuto, è necessario non disperdere energie nell’idea di affrontare da soli e dimenticare, le nostre risorse debbono essere risparmiate e protette per affrontare le mille difficoltà che la vita ci riserba”.
La cosa migliore sarebbe riuscire ad intervenire prima che il trauma venga interiorizzato. “Ci sono varie tecniche – ha spiegato – ma già da subito ognuno può mettere in atto la strategia dell’agire: cercare di riprendere la routine facendo cose anche banali, purché siano consuete, può essere utile ad affrontare la situazione e combattere il senso di impotenza che questa situazione inevitabilmente ci porta a provare”.
Agire, agire e agire è la parola d’ordine. “Le condotte di evitamento non fanno che rafforzare il nostro senso d’insicurezza e inadeguatezza – ha detto la psicoterapeuta -, quando siamo in ansia tendiamo a creare una catena di pensieri allarmanti che dobbiamo cercare di spezzare”.
Quali sono i consigli da seguire per mantenere un certo self control in situazioni del genere?
Innanzitutto è necessario imparare a respirare in maniera diaframmatica e profonda, in modo da riuscire ad abbassare i livelli di adrenalina che il nostro cervello produce automaticamente in caso percepisca un pericolo.
Bisognerebbe evitare di esporci costantemente alle immagini che ci vengono proposte dalla televisione. Conoscere i fatti è necessario, ma la spasmodica ricerca di informazioni nella speranza di riuscire a ridurre l’ansia ci farà ottenere l’effetto opposto.
Se si hanno difficoltà nell’addormentarsi o si verificano frequenti risvegli, potrebbe essere utile concentrarsi su un episodio bello della nostra vita e contare all’indietro da 100 a 0. Dobbiamo assolutamente cercare di fermare il pensiero allarmante che ci farà sentire sempre più minacciati.
Trasmettete tranquillità ai figli, mantenendo la calma e cercando di portare anche loro a riprendere le attività normali. Non nascondetegli le informazioni, perché ne verrebbero comunque a conoscenza. Cercate piuttosto di spiegare loro che la televisione riporta casi eccezionali e quello che hanno visto non fa parte della normalità, proteggeteli dalla visione di immagini eccessivamente forti e ripetute. Per i più piccoli si può ricorrere anche alle favole, inventate racconti che contemplino la terra che trema e un lieto fine, cercando però sempre di trasmettere calma e gioco.
Mutua Mba è vicina alle popolazioni colpite dal terremoto.