Non è realmente autunno se non spostiamo le lancette dell’orologio, ma potrebbe essere una delle ultime volte. Abbassamento delle temperature, pioggia su tutte la penisola e graduale cambio di stagione. L’estate è ormai terminata e seppure con qualche lieve differenza termica, la stagione autunnale è entrata nel vivo accorciando le giornate e preparando il terreno al fatidico cambio dell’ora che ci consentirà di dormire un’ora in più arrecandoci qualche piccolo disturbo. Non sono pochi infatti gli studi che dimostrano come alcuni soggetti possono svegliarsi sempre allo stesso momento mentre altri lamentano fastidi come insonnia, sonno interrotto e difficoltà ad addormentarsi. L’insonnia condiziona infatti la stessa concentrazione. In ogni caso i fastidi sono lievi e di breve durata, per così dire di adattamento.
Il cambio dell’ora avverrà nella notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre, nello specifico alle 2 del mattino. Tuttavia, potrebbe realmente trattarsi dell’ultima volta in cui tutti i 27 Paesi dell’Unione europea si adegueranno allo spostamento delle lancette.
Il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione legislativa sull’abolizione dell’ora legale con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni. Secondo la nuova norma, chi tra gli Stati europei deciderà di mantenere l’ora legale avrebbe dovuto regolare gli orologi per l’ultima volta l’ultima domenica 28 marzo 2021. Tra il luglio e l’agosto del 2018 infatti era stata presentata la prima proposta di abolizione del cambio dell’ora: quasi 5 milioni di cittadini dell’Unione Europea avevano preso parte una consultazione pubblica online, promossa dai Paesi nordeuropei, guidati da Polonia e Finlandia, raccogliendo un parere favorevole pari al 76% dei votanti. Posizione non confermata tuttavia dalla Commissione Europea. Questa situazione di blocco porterà dunque a una organizzazione a compartimenti stagni: i Paesi del sud Europa potrebbero decidere di conservare l’ora legale per l’intero anno, mentre gli Stati settentrionali sono più per 12 mesi di ora solare.
Tra i due litiganti c’è l’Italia che in questa partita gioca un po’ il ruolo di uno Stato franco. Il Governo infatti non si è espresso apertamente anche se si propende per confermare il mantenimento del cambio dell’ora. Pertanto, l’ora solare resterà attiva fino all’ultimo fine settimana di marzo 2022, quando si tornerà a spostare in avanti le lancette in vista della primavera.