L’Italia si conferma come il Paese che esegue il maggior numero assoluto di trapianti di fegato in tutta Europa. Si è passati infatti dai 7-800 dei primi anni 2000 agli oltre 1.200 del 2019, con una contrazione in negativo del 2020 dovuta alla pandemia. Nel 2022 gli interventi sono stati 1.474. Tra i centri che mantengono un primato a livello nazionale c’è certamente il Polo Interaziendale Trapianti (Poit) dell’azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini ed INMI Spallanzani ha raggiunto un obiettivo importante nell’ambito del programma trapianto di fegato. A metà agosto l’equipe Chirurgia Generale e Trapianti ha raggiunto la quota di 50 trapianti di fegato da inizio anno arrivando in tal modo al 700esimo trapianto di fegato. Un risultato notevole, che conferma il ruolo di primo piano del Poit, che nel 2022, con ben 66 trapianti di fegato, ha toccato il record di questa tipologia di interventi nella regione Lazio. Nel corso del 2023 invece il centro ha portato avanti i primi trapianti multiorgano da donatore a cuore non battente (Dcd). Inoltre, si assiste a un aumento dell’adozione di tecniche di organ recovery per organi marginali.
“Perché un trapianto abbia successo – racconta Narciso Mostarda, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini – è necessario un lavoro multidisciplinare perfettamente coordinato e specializzato, in grado di portare avanti una macchina di alta complessità che non può subire rallentamenti o fermarsi”. “Dietro a ogni trapianto – prosegue – c’è morte e rinascita, un percorso che viene seguito da decine di operatori in tutte le sue fasi, e sotto tutti i punti di vista, sia clinico-assistenziale che psicologico”.
L’obiettivo, si legge sul sito dell’ente ospedaliero, è stato reso possibile grazie all’attività svolta dall’equipe di Chirurgia Generale e Trapianti diretta dal professore Giuseppe Maria Ettorre, dei due reparti di epatologia – UOC Malattie del fegato del San Camillo diretta dal dottor Adriano Pellicelli e la I Divisione dell’INMI Spallanzani diretta dal dottore Gianpiero D’Offizi, dal reparto di Anestesia e Rianimazione del San Camillo diretto dal prof Luigi Tritapepe, e dalla terapia intensiva INMI Spallanzani.
I risultati sono in linea con il trend in ascesa degli ultimi due anni, che hanno portato il Poit ad essere il primo centro nel Lazio per numero di trapianti di fegato e una realtà importante per i pazienti epatopatici di tutto il centro-sud. Anche quest’anno il 40% dei pazienti è arrivato da Calabria, Basilicata, Campania e Abruzzo. Fino al 2020 la media di trapianti del fegato portati avanti dal POIT viaggiava sotto i 35 interventi, per poi raddoppiare nel 2021 (61 casi), compiendo un ulteriore balzo in avanti del 9% nel 2022, con 66 casi.