Anche quando il trauma cranico è minore, quindi a basso e medio rischio, non va mai comunque sottovalutato. Abbiamo chiesto maggiori informazioni alla dott.ssa Elisa Tartagni.
Facendo sport, o per un incidente, una caduta, una aggressione o anche solo una disattenzione, può capitare di sbattere la testa. Oltre ad un bel bernoccolo, c’è il rischio però di un trauma cranico, più o meno grave. A volte si perde conoscenza, altre volte si rimane vigili, ma possono comunque esserci conseguenze importanti, che possono emergere anche dopo diversi giorni, o addirittura settimane.
In Italia, secondo i dati della Società Italiana di Neurochirurgia, ogni anno, vengono ricoverati per trauma cranico 250 pazienti ogni 100.000 abitanti, con una mortalità di 17 casi per 100.000 abitanti all’anno.
L’Italia si trova in media con il resto d’Europa – dove l’incidenza media è di 232 casi per 100.000 abitanti e la mortalità di 15 casi per 100.000 abitanti. Il soccorso corretto e tempestivo è sicuramente fondamentale. Anche quando il trauma cranico è minore, quindi a basso e medio rischio, non va mai comunque sottovalutato. Per saperne di più e capire come comportarci se ci troviamo a dover soccorrere qualcuno che ha sbattuto la testa, abbiamo intervistato la dottoressa Elisa Tartagni, Dirigente medico presso l’Ospedale Maggiore di Bologna, U.O. Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza. L’ospedale Maggiore di Bologna è un Trauma Center, ovvero un centro di riferimento per le patologie traumatiche (in Emilia Romagna ce ne sono 3 in tutto).
Dottoressa, che cos’è esattamente il trauma cranico?
Per trauma cranico si intende in generale qualsiasi evento di natura traumatica che interessi il distretto cranio-encefalico. Naturalmente è importante poi valutare la dinamica del trauma stesso e le conseguenze che determina sul soggetto.
Quali sono i criteri che definiscono lieve, o minore, un trauma cranico?
A livello mondiale i pazienti con trauma cranico vengono classificati utilizzando una scala di gravità clinica chiamata Glasgow Coma Scale (GCS), che si basa sulla valutazione di tre semplici risposte fornite dal soggetto, ovvero l’apertura degli occhi, la risposta verbale e quella motoria (punteggio max 15, minimo 3).
Viene definito trauma cranico lieve quello con punteggio GCS di 14 o 15, ovvero il paziente che apre gli occhi allo stimolo verbale, risponde correttamente alle domande ed esegue gli ordini richiesti, oppure che è vigile (ad occhi aperti), esegue gli ordini motori, ma risponde in modo confuso.
Tale scala è di difficile applicazione in soggetti affetti da deterioramento cognitivo grave, così come esistono scale diverse/modificate per i bambini, specie piccoli.
È sempre necessario andare al Pronto Soccorso quando si sbatte la testa?
Il cervello è contenuto all’interno della scatola cranica, una struttura ossea rigida che serve a proteggerlo da insulti esterni. Dato che il trauma cranico è un’evenienza alquanto frequente, l’attenzione deve essere concentrata su quei casi in cui si sospetta che il trauma possa aver determinato una lesione all’organo nobile (il cervello appunto) contenuto nel cranio.
Dopo un trauma è importante valutare se il soggetto coinvolto presenti alcuni “fattori di rischio”, come età avanzata, trattamento con farmaci (antiaggreganti, anticoagulanti) o presenza di patologie che favoriscano il sanguinamento, storia di epilessia, intossicazione da alcool o droghe. Inoltre bisogna considerare le conseguenze del trauma, ovvero se esso ha determinato perdita di coscienza, cefalea, vomito, alterazioni neurologiche, amnesia, crisi epilettiche, ferite rilevanti o frattura delle ossa del cranio. In tutti questi casi è bene rivolgersi al Pronto Soccorso per la valutazione clinica e l’eventuale esecuzione di TC dell’encefalo (che è l’esame neuroradiologico di riferimento in caso di trauma, senza mezzo di contrasto).
Quando alla botta segue una perdita di coscienza bisogna preoccuparsi di più rispetto a quando il paziente resta vigile e cosciente?
Per perdita di coscienza intendiamo la transitoria perdita della consapevolezza di sé e dell’ambiente esterno, con incapacità di rispondere e capire. I pazienti con perdita di coscienza non associata ad altri fattori di rischio hanno un basso rischio di lesioni intracraniche, tuttavia può essere saggio e prudente rivolgersi comunque ad un medico per un esame clinico generale e neurologico.
I segni di un trauma cranico possono verificarsi immediatamente o svilupparsi anche dopo ore. Come dobbiamo comportarci dopo aver battuto la testa? A quali sintomi bisogna prestare particolare attenzione?
È proprio vero, i danni provocati dal trauma cranico possono manifestarsi anche a distanza di ore. L’osservazione clinica di un trauma cranico minore viene generalmente estesa a 48 ore, durante le quali si invita il soggetto a 1) assumere cibi leggeri in modiche quantità e bevande tiepide; 2) non stare solo; 3) evitare situazioni di stress; 4) non fare uso di alcolici e/o droghe; 6) non assumere sedativi e/o tranquillanti; 6) non svolgere attività sportive; 7) non guidare.
Inoltre si raccomanda al soggetto di presentarsi in Pronto Soccorso in caso si verifichino una o più delle seguenti condizioni:
- cefalea ingravescente (mal di testa che diventa sempre più forte);
- confusione (senso di stordimento), o qualsiasi alterazione dello stato mentale;
- vomito;
- riduzione o marcato incremento della frequenza cardiaca;
- tendenza ad addormentarsi (durante le ore diurne) o difficoltà a risvegliarsi (durante le ore notturne);
- mancanza di forza e/o riduzione della sensibilità in una parte qualsiasi del corpo di nuova insorgenza;
- problemi a parlare o camminare di nuova insorgenza;
- convulsioni (crisi epilettiche);
- qualunque altro tipo di disturbo agli occhi insorto dopo il trauma: strabismo, pupille diseguali.
Nei pazienti di età maggiore di 65 anni si consiglia inoltre un controllo medico ambulatoriale entro 15 giorni dal trauma.
Quali possono essere le conseguenze di un trauma cranico, seppure non della massima gravità?
Le conseguenze più temibili del trauma cranico sono le emorragie intracraniche, che possono talvolta evolvere rapidamente fino a determinare la morte dell’individuo. Fortunatamente tale evenienza è rara nei traumi cranici lievi (1-3% dei casi). La valutazione dei “fattori di rischio” di cui abbiamo parlato prima (preesistenti o conseguenti al trauma), ha proprio lo scopo di identificare il rischio evolutivo del trauma stesso e quindi la probabilità di sviluppare complicanze che necessitino di un intervento neurochirurgico.
È sempre necessaria la TC dell’encefalo dopo un trauma cranico?
Tutte le linee guida concordano sul fatto che nei soggetti che hanno subito un trauma cranico minore e non presentano “fattori di rischio” non c’è indicazione all’esecuzione di TC encefalo in urgenza. Le persone con queste caratteristiche valutate in Pronto Soccorso, dopo l’esame clinico possono essere dimesse con un foglio informativo sulle modalità di comportamento a domicilio, affidate ad una persona in grado di farsene carico.