Nel corso del 2023 in Italia sono state stimate circa 56 mila diagnosi di tumore alla mammella che rappresenta la neoplasia più diffusa nelle donne e la prima causa di morte nella fascia d’età tra i 35 e i 50 anni. È questo il dato emerso nel corso dell’evento “La rete delle Breast Unit – Un modello integrato per la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione” del tumore della mammella, ospitato dal Ministero della Salute, a Roma. A questi dati tuttavia se ne sommano degli ulteriori senza alcun dubbio migliori: il dato di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è dell’88% e si aggirano intorno alle 834mila le donne viventi in Italia dopo una diagnosi di cancro al seno. “Senza dubbio – ha commentato il Ministro Orazio Schillaci – questi sono traguardi possibili grazie agli enormi passi avanti compiuti dalla ricerca che hanno reso disponibili terapie sempre più innovative e personalizzate e alla diffusione delle Breast Unit che garantiscono diagnosi precoce, interventi chirurgici secondo i più elevati standard e soprattutto una presa in carico multidisciplinare che credo sia la risposta migliore per una malattia come il cancro al seno”.
All’iniziativa, moderata da Maria Rosaria Campitiello, Capo della segreteria tecnica del Ministro, hanno preso parte inoltre la Commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides, Alberto Costa, Special Adviser on Cancer Strategies della Commissaria Europea Kyryakides; Francesco Schittulli, Presidente LILT; Corrado Tinterri, Responsabile di Unità Operativa e Direttore della Breast Unit, IRCCS Humanitas; Oreste Buonomo, Senologo, Chirurgo generale, Professore Ordinario di Chirurgia Generale, Università degli Studi della Basilicata; Nicoletta Gandolfo, Direttore del Dipartimento di Diagnostica per immagini, ASL3 Genovese e della S.C. Radiologia, Ospedale Villa Scassi e Michelino De Laurentiis, Direttore del Dipartimento di Oncologia Senologica e Toraco-Polmonare, Istituto Nazionale Tumori IRCCS – “Fondazione G. Pascale” di Napoli.
Il ministro ha poi lasciato emergere gli importanti sviluppi assicurati dalla ricerca e dovuti alla diffusione delle Breast Unit definita “un modello di presa in carico che si è sviluppato proprio grazie all’impulso del Parlamento Europeo che a partire dalla fine degli anni ‘90 e soprattutto agli inizi degli anni duemila ha affermato il diritto delle donne affette da questa patologia ad essere curate in centri multidisciplinari e con precisi volumi di attività. E l’Italia si è adeguata alle indicazioni europee”. Schillaci è intervenuto anche sul tema della diffusione delle Breast Unit sul territorio nazionale ricordando il lavoro svolto con le Regioni “per rendere sempre più capillare la presenza dei centri di senologia sul territorio nazionale che al 2022, secondo i nostri dati, risultano essere 194. E a dispetto di un’opinione diffusa non sono tutti concentrati nel Nord, ma sono ormai diffusi su tutto il territorio nazionale”. E sul valore delle Breast Unit la Commissaria UE Stella Kyriakides ha evidenziato: “In Italia ho visto un lavoro eccellente nel trattamento delle donne con tumore al seno in breast unit specializzate: questo per noi è un esempio che spero potremo condividere con altri stati membri”.