TUMORE OSSEO ALLA MANDIBOLA. IL CASO DELLA MODELLA CANADESE ELIZAVETA BULOKHOVA. INTERVISTA AL DOTT. LIBERO CIUFFREDA
Bella, giovane, elegante, sensuale è tra le modelle più famose e ricercate al mondo con una forza incredibile che le ha permesso di combattere un nemico terribile: un raro tumore osseo alla mandibola. Elizaveta Bulokhova un anno fa aveva coronato un altro sogno, il più importante per una donna arrivata all’apice del successo, quello di diventare mamma. Neanche il tempo di godersi la gioia della gravidanza, le è stata diagnosticata la neoplasia dopo essersi svegliata una mattina con il lato destro della mandibola gonfio. Da quel momento per lei è iniziato un calvario perché l’unica soluzione era rimuovere il tumore con il rischio dell’aborto. Elizaveta ha voluto sfidare il male e si è sottoposta a lungo intervento durato 16 ore portando comunque avanti la gravidanza sospendendo le cure. Con la terapia chirurgica le è stata asportata quasi tutta la mandibola, ben 17 cm ricostruita con parti di osso della gamba e spalla destra. A seguire, cicli di chemioterapia preceduti dalla nascita prematura del piccolo Valentine. Oggi, la modella canadese ha voluto raccontare al mondo intero la sua esperienza come esempio per non perdere mai la forza, la volontà e la speranza anche con scatti fotografici su Instagram che evidenziano le cicatrici sul suo volto come fossero delle opere d’arte.
L’osteosarcoma è il tumore maligno primitivo dell’apparato scheletrico più frequente in età pediatrica e giovanile adulta. Nel Registro dei Tumori Maligni Primitivi dell’Osso degli Istituti Ortopedici Rizzoli, l’età mediana dei pazienti inseriti è di 19 anni.
La necessità di un approccio multidisciplinare e la rarità della patologia rendono indispensabile una centralizzazione dei casi presso centri di riferimento.
In Italia, uno dei centri di eccellenza è l’Ospedale Molinette della Città della Salute di Torino e Mutua Basis Assistance, Società di Mutuo Soccorso, che opera nel settore della Sanità Integrativa a tutela della salute dell’associato, è riuscita a contattare il Direttore del Centro Oncologico Ematologico Subalpino (COES)A.O.U. Città della Salute e della Scienza, dott. Libero Ciuffreda.
“La storia della modella canadese mi ha molto colpito, così come avviene, in particolare, ogni volta che un giovane paziente, si trova ad affrontare una malattia oncologica, che inevitabilmente impone scelte e cambi radicali nei programmi di vita. Ancor di più, in questo caso, ha colpito la scelta coraggiosa della Bulokhova, relativa alla gravidanza. Non credo che sia stata una scelta scontata, sicuramente frutto di una grande consapevolezza e amore per il nascituro, ma anche per quanto può accadere in futuro”.
Questo tipo di neoplasia può colpire a qualunque età? E’ possibile una prevenzione?
“L’osteosarcoma è la neoplasia più comune dell’osso nei primi due decenni di vita e rappresenta circa il 60% di tutte le neoplasie maligne primitive dell’osso. Raramente si osserva sotto i 5 anni e sopra i 50 anni di età.
Purtroppo non esistono indicazioni per una prevenzione in questa neoplasia. Una diagnosi precoce è possibile unicamente laddove la sintomatologia dolorosa induca all’esecuzione tempestiva di esami radiologici mirati”.
In che modo si manifesta?
“La sintomatologia tipica è costituita da un dolore dapprima episodico, poi ingravescente, associato o preceduto da una tumefazione ossea”.
Chi sono i soggetti più a rischio?
“Un limitatissimo gruppo di soggetti con anamnesi di retinobalstoma ereditario o sindrome di Li-Fraumeni, oppure di pazienti trattati con radioterapia, soprattutto con le tecniche di alcuni anni fa, nei quali aumenta il rischio di avere un sarcoma radioindotto”.
E’ un tumore raro? Qual è l’incidenza in Italia?
“Per fortuna è raro, l’incidenza annua è stata calcolata essere 2-3 casi su un milione di persone.”
Qual è la diagnosi e il trattamento utilizzato per combattere la neoplasia?
“La diagnosi si basa essenzialmente su indagini radiologiche e sull’esame istologico che si ottiene facendo una biopsia, che deve essere effettuata quanto più precocemente possibile. La sede del prelievo è l’elemento critico per la successiva chirurgia, se è prevedibile che questa possa esser di tipo conservativo, anche il tragitto della biopsia deve esser rimosso.
Per quanto riguarda il trattamento, è meglio definirlo “strategia terapeutica” perché gli obiettivi terapeutici nell’osteosarcoma sono rivolti, oltre che alla guarigione definitiva del paziente (raggiungibile in più del 60% dei casi), anche alla realizzazione di piani di cura che consentano un maggior numero di interventi non demolitivi.
In generale, la chirurgia è il cardine terapeutico di tutte le lesioni in sedi aggredibili chirurgicamente. L’intervento deve essere radicale per ridurre il rischio di recidive locali. Pertanto sia nel caso di amputazioni, sia di chirurgia conservativa, deve essere esaudito il principio dell’asportazione in blocco del tumore e del tramite bioptico in tessuto sano.
Oggi comunque si privilegiano i trattamenti combinati con successione: chemioterapia, chirurgia, chemioterapia, nelle forme resecabili. Ciò che è accaduto alla modella, è ulteriore conferma che ogni trattamento oncologico va sempre più è “personalizzato”, tenendo conto di vari fattori, tra questi prioritariamente la volontà del paziente”.
Photographer Manolo Ceron
Makeup artist Julia Stone
Model Elizaveta Bulokhova