Il pancreas è un organo del nostro corpo a forma di pera e si trova tra lo stomaco e la colonna vertebrale. È suddiviso in tre parti, la testa è la parte più grande, la mediana è il corpo e la coda è la parte più sottile.
Secondo le stime emerge che,in Italia, ogni anno sono oltre 10.000 le persone colpite dal tumore del pancreas, con circa 5.500 maschi e 5.900 donne (stime Registro tumori italiano 2012) con età compresa tra i 60 e gli 80 anni. Risulta che i fumatori hanno un rischio che è circa triplo rispetto a quello di chi non fuma.
Anche l’abuso di alcol e caffè possono favorire lo sviluppo del tumore al pancreas, così come alcune esposizioni professionali a solventi di uso industriale e agricolo e a derivati della lavorazione del petrolio.
Un altro fattore di rischio è rappresentato dal diabete non insulino-dipendente, ovvero quello che in genere si manifesta dopo i 45 anni di età, e da alcune malattie genetiche rare quali la sindrome di von Hippel-Lindau.
Anche un’alimentazione ricca proteine animali potrebbe essere una causa di questa neoplasia, tant’è che una pubblicazione degli epidemiologi del Karolinska Institute di Stoccolma ha dimostrato che esiste una relazione di rischio per i soggetti obesi, soprattutto quando il grasso è stratificato sull’addome e quando sono presenti l’intolleranza al glucosio, la resistenza all’insulina e il diabete.
Infine, la presenza in famiglia di altri casi o di tumori della mammella o del colon riconducibili a specifiche mutazioni genetiche ereditarie hanno un ruolo molto importante nello sviluppo della neoplasia e sono campanelli di allarme per approfondire con degli accertamenti.
È infatti consigliabile, per le persone che hanno altri casi di tumore del pancreas in famiglia di effettuare controlli periodici sulla funzionalità del pancreas, del fegato e dell’intestino.
Purtroppo per il tumore al pancreas le cause non sono ancora note, ma evitare di fumare, consumare poche bevande alcoliche e seguire una dieta ricca di frutta e verdura sono elementi importanti per una prevenzione efficace.
Circa il 70% dei tumori del pancreas si sviluppa nella testa dell’organo, e la maggior parte di questi ha origine nei dotti che trasportano gli enzimi della digestione.
Nella fase iniziale del tumore spesso i sintomi non sono chiari, ragion per cui la malattia viene, il più delle volte, diagnostica in fase avanzata quando cioè il tumore ha iniziato a diffondersi agli organi vicini o ha bloccato i dotti biliari. In questi casi può così manifestarsi la perdita di peso e di appetito, ittero, dolore nella parte superiore dell’addome o nella schiena, debolezza, nausea o vomito. Infine, una percentuale di malati, che si attesta tra il 10% al 20%, può essere anche colpita da diabete perché è dovuto all’incapacità delle cellule malate di produrre insulina.
Quando c’è il sospetto di un tumore del pancreas è possibile sottoporsi a degli esami specifici che sono: la TC (spirale o elicoidale) che è in grado di rilevare i tumori del pancreas e dei linfonodi, del fegato e dei dotti biliari o l’esame ecografico, sia esterno, dell’addome, sia interno, effettuato per via endoscopica attraverso lo stomaco e il duodeno.
I malati di tumore del pancreas, inoltre, hanno talvolta un innalzamento dei livelli di una proteina chiamata CA-19-9, che però non è sempre presente e può essere elevato anche in presenza di altre malattie o di infiammazione delle vie biliari. Per questo, quando si rileva un valore anomalo di CA-19-9, sarebbe opportuno approfondire le indagini.
Ad oggi, la terapia più efficace per aggredire il tumore del pancreas è l’intervento chirurgico di asportazione di una parte o di tutto l’organo. L’intervento può essere svolto in maniera tradizionale, in laparoscopia oppure con la chirurgia robotica e varia a seconda della localizzazione della neoplasia. Per i tumori della testa del pancreas è indicato l’intervento di duodenocefalopancreasectomia che prevede l’asportazione in blocco di duodeno, ultima parte di stomaco, via biliare e testa pancreatica. In caso di tumori del corpo e della coda queste porzioni di pancreas vengono asportate in blocco con la milza, senza intaccare organi del tubo digerente.
Grazie ai progressi in campo di innovazione tecnologica è possibile effettuare una terza modalità di intervento mini-invasivo: la chirurgia robotica.
In Italia i robot istallati sono 74, con più di 45 mila procedure soprattutto nel campo dell’urologia, ginecologia e chirurgia addominale. In Emilia – Romagna sono attivi quattro robot, uno a Baggiovara (Modena), uno a Forli e uno al Policlinico S. Orsola di Bologna. Proprio a Modena, è stato eseguito, per la prima volta in Emilia-Romagna, in un paziente settantenne, diabetico affetto da tumore pancreatico, la resezione pancreatica totale con asportazione della milza (splenectomia). L’intervento che ha avuto un esito eccellente, tant’è che il paziente in breve tempo è tornato alle sue attività quotidiane, è stato effettuato dall’equipe del prof. Fabrizio Di Benedetto, direttore della Chirurgia Epatobiliopancreatica e Trapianti di Fegato del Policlinico di Modena che ha operato col Robot da Vinci presso la struttura di Baggiovara.
L’attività di Chirurgia Robotica completa l’offerta al paziente con patologia pancreatica all’interno del PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Aziendale) del Pancreas che nell’ultimo anno ha offerto un percorso completo, dalla diagnosi al trattamento chirurgico ed oncologico, a 121 pazienti. Il Policlinico esegue ogni anno circa 50 interventi per patologia neoplastica del pancreas e della via biliare terminale.
Il Policlinico di Modena si conferma così come struttura ospedaliera di eccellenza nella chirurgia pancreatica, in grado di offrire ai propri pazienti un’ampia scelta di possibilità terapeutiche e Mutua Basis Assistance, Società di Mutuo Soccorso attenta anche nel campo dell’innovazione, ha contattato il professor Fabrizio Di Benedetto che ha spiegato“La tecnologia Robotica permette minimi traumi con il rispetto dei canoni della chirurgia oncologica ed una ripresa precoce della mobilizzazione e dell’alimentazione dei pazienti con un ritorno più veloce alle attività quotidiane. Nel caso specifico il paziente è stato dimesso in quinta giornata post-operatoria in ottime condizioni cliniche generali. Il robot non sostituisce il chirurgo ma è uno strumento a sua disposizione che permette di avere una visione tridimensionale ed un ingrandimento dell’immagine che consentono di portare a termine interventi di chirurgia oncologica complessi.”
L’intervento è stato abbastanza complesso e il risultato raggiunto dall’equipe del professor Di Benedetto è stato possibile grazie ad un’esperienza maturata a partire dal luglio 2014 attraverso un programma di chirurgia del fegato, vie biliari e pancreas in chirurgia robot-assistita, presso il Nuovo Ospedale Civile Sant’Agostino Estense di Baggiovara, che ad oggi conta 30 procedure tra resezioni epatiche e pancreatiche.
Mutua Basis Assistance, leader nel panorama delle Società di Mutuo Soccorso, è attenta e mostra sempre interesse per i traguardi raggiunti dalle diverse strutture ospedaliere italiane che negli anni si affermano come eccellenze anche al livello internazionale a tutela della salute del cittadino.
Mba, nello scenario delle mutue italiane, si distingue proprio per Innovazione, Dinamismo e Qualità dei Piani Assistenziali che rispondono alle esigenze dell’associato perché la Salute è un elemento indispensabile del benessere individuale ed è patrimonio di ognuno di noi.