Poche settimane fa, ad Amsterdam, nel corso dell’European Cancer Congress 2017, è stato presentato un breath test: una nuova scommessa per individuare il tumore allo stomaco e all’esofago.
Ogni anno, in tutto il mondo, vengono diagnosticati 1,4 milioni di nuovi casi di tumore allo stomaco e all’esofago.
Il tumore dell’esofago è dovuto alla crescita incontrollata delle cellule che lo rivestono al suo interno, oppure delle cellule che formano le ghiandole che producono il muco.
Quasi sempre i sintomi iniziali di questa neoplasia sono la difficoltà a deglutire (disfagia) e la perdita progressiva di peso. La crescita del tumore verso l’esterno dell’esofago può provocare un calo o un’alterazione del tono di voce – visto che coinvolge i nervi che governano l’emissione dei suoni – oppure indurre una paralisi del diaframma o, un dolore al torace, appena dietro lo sterno, se coinvolge la zona tra cuore, polmoni, sterno e colonna vertebrale. Andando avanti, può diventare difficile e doloroso anche mangiare. Questo tumore colpisce prevalentemente i maschi (è tre volte più frequente negli uomini che nelle donne, con 1.500 casi stimati l’anno in Italia contro 600 nel sesso femminile).
Il tumore dello stomaco è provocato da una massa di cellule in crescita incontrollata, che ha quasi sempre origine dal rivestimento interno dell’organo. Dal punto di vista istologico si distinguono due tipi principali di cancro allo stomaco. Il tumore dello stomaco di tipo intestinale è il più frequente e si associa alla cosiddetta metaplasia intestinale, cioè alla trasformazione dell’epitelio gastrico (il rivestimento interno dello stomaco) in un altro tipo di epitelio, molto simile a quello dell’intestino. Nel tumore dello stomaco di tipo diffuso la neoplasia nasce dalla mucosa gastrica normale e, penetrando nel tessuto, può causare ulcere: in questo caso si parla di stomaco a borsa di cuoio o di linite plastica, perché le pareti dell’organo si possono indurire. Caratteristica di questo tipo di tumore è la presenza di cellule che al microscopio assomigliano a un anello con una gemma incastonata (cellule ad “anello con castone”). Se il cancro viene diagnosticato in fase precoce può essere anche quello che viene chiamato l’early gastric cancer (cancro gastrico iniziale): si tratta di un tumore che colpisce solo la mucosa e la sottomucosa (ovvero i primi due strati di tessuti dell’organo); è considerato come un tumore in fase iniziale, e ha quindi buone possibilità di guarigione.
I sintomi possono essere facilmente essere confusi con quelli di una gastrite o di un’ulcera gastrica: nausea, difficoltà di digestione, mancanza di appetito o difficoltà a mangiare grandi quantità di cibo. Proprio per questo, se ci si sta sottoponendo a un trattamento per la gastrite o per l’ulcera, senza avere alcun effetto positivo, è importante fare una gastroscopia, che consente di valutare direttamente lo stato della mucosa interna dell’organo.
Purtroppo queste neoplasie, sia il tumore dello stomaco che quello all’esofago, vengono troppo spesso scoperte in fase avanzata e la mortalità, di conseguenza, è molto elevata: a 5 anni, solo il 15% dei pazienti è sopravvissuto.
Ma la ricerca va avanti, nella speranza di sconfiggere, o quantomeno combattere con ogni mezzo, questa malattia. Poche settimane fa, ad Amsterdam, nel corso dell’European Cancer Congress 2017, è stato presentato un breath test: una nuova scommessa per individuare il tumore allo stomaco e all’esofago.
Lo studio è stato realizzato da alcuni ricercatori dell’Imperial College di Londra.
“Al momento – ha detto alla stampa Sheraz Markar, che ha condotto lo studio sotto la supervisione del professor George Hanna – l’unico modo per diagnosticare un cancro dell’esofago o dello stomaco è ricorrendo all’esofagogastroscopia, metodo invasivo, costoso e non privo di possibili complicanze. Un breath test potrebbe essere utilizzato come esame di prima linea per ridurre il numero di procedure endoscopiche inutili. E a lungo termine potrebbe consentire di diagnosticare questi tumori in fase più precoce, consentendo così di accedere prima al trattamento e di prolungare la sopravvivenza dei pazienti”.
Lo studio è stato realizzato in diverse strutture londinesi (St Mary’s Hospital, Imperial College Healthcare NHS Trust; University College London Hospital, Royal Marsden Hospital). 335 persone sono state sottoposte al breath test: a 163 di loro è stato diagnosticato un cancro dell’esofago o dello stomaco; le restanti 172 non mostravano evidenza di tumore alla gastroscopia. I risultati hanno mostrato un’accuratezza dell’85%, con una sensibilità dell’80% e una specificità dell’81%.
Il breath test permette di misurare 5 diverse sostanze chimiche attraverso la spettrometria di massa, che può rilevare quantità anche piccolissime di sostanze chimiche presenti in miscele di gas (come il respiro); con queste 5 misurazioni si riesce a evidenziare la ‘firma chimica’ del tumore.
Le cellule tumorali sono diverse infatti da quelle sane, producono una diversa miscela di sostanze chimiche. Come ha spiegato Markar, “questo studio dimostra che possiamo rilevare queste differenze attraverso un breath test che può dunque indicarci quali pazienti sono possibili portatori di una neoplasia dello stomaco o dell’esofago e quali no. Prima di importare questo test nella pratica clinica sarà comunque necessario validare questi risultati su un campione più ampio”.
L’obiettivo dei ricercatori, per i prossimi tre anni, è quello di continuare a lavorare sul test e a condurre un trial molto più numeroso, rivolto a pazienti sottoposti a gastroscopia per sintomi gastro-intestinali.
Sempre seguendo questo filone di ricerca, il team sta inoltre sviluppando nuovi breath test per altri tipi di tumori, come quello del colon e del pancreas.