Con il voto unanime della Camera dei Deputati quest’estate l’Italia ha fatto un ulteriore passo che consentirà l’introduzione nel paese dell’oblio oncologico, ovvero del diritto di non fare menzione della passata malattia, trascorso un congruo periodo di tempo dalle terapie, semplicemente perché non è più rilevante. Un risultato che, come commentato dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, premia il lavoro compatto di tutte le forze politiche e l’impegno delle associazioni dei pazienti che, da anni, rivendicano questo diritto. “Ho sostenuto – ha detto Schillaci – la necessità dell’oblio oncologico che rappresenta la soluzione per rimuovere ostacoli che generano forti disuguaglianze e incidono sulle prospettive di vita dei guariti dal cancro. Sono certo che anche al Senato si procederà con la stessa sensibilità e rapidità per arrivare all’approvazione definitiva della legge”.
Chi ha dovuto affrontare una malattia oncologica (solo nel 2020 sono stati 2,7 milioni i casi di cancro diagnosticati nel l’Unione europea e 1,3 milioni di persone hanno perso la vita a causa di questa malattia), oggi si trova a vivere delle difficoltà nell’accesso ad alcuni servizi. Richiedere mutui, prestiti, assicurazioni e adozioni, per un ex paziente vuol dire il più delle volte fare i conti con il recente (e difficoltoso) passato e con la patologia che si è lasciato alle spalle. Mentre un tempo il tumore era una malattia che dava poche speranze di sopravvivenza, oggi moltissime neoplasie sono curabili, e altre hanno un’aspettativa di vita lunga. Su queste basi la Fondazione AIOM, nata con l’obiettivo di avvicinare il mondo dell’oncologia ai pazienti e ai loro familiari, richiede da anni che anche l’Italia si unisca a quei paesi che hanno emanato la legge per il diritto all’oblio, garantendo ai suoi cittadini un futuro libero dallo stigma della malattia oncologica. Si tratta di una norma che consentirebbe all’ex paziente di non dichiarare la malattia, pratica oggi obbligatoria per la stipula di molti contratti e la richiesta di alcuni servizi. Per questa ragione Fondazione AIOM ha promosso e sviluppato la campagna di comunicazione “Io non sono il mio tumore” con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni, nella speranza di raggiungere al più presto gli altri Paesi virtuosi.
A proposito di Europa. La Francia nel 2014 è stato il primo Paese a stabilire, per legge, che le persone con pregressa diagnosi oncologica non sono tenute ad informare gli assicuratori o le agenzie di prestito della loro malattia pregressa. In più, dal 1° giugno 2022 è entrata in vigore un’ulteriore legge, che modifica la precedente, ai sensi della quale dopo cinque anni di guarigione dal cancro non è più necessario fornire la propria storia clinica al l’assicuratore per sottoscrivere un prestito o un’assicurazione, e non c’è più alcuna distinzione in base all’età in cui è stato diagnosticato il cancro. Dopo la Francia è intervenuto il Belgio con una norma eguale, e in seguito il Lussemburgo, dove dal 29 ottobre 2019 vige un accordo tra il Governo e le assicurazioni, seppur non ancora legge.