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Tutta Italia in zona bianca. Massima attenzione per la variante delta.
“Ho appena firmato, e ho appena avvisato il presidente della Regione, che anche la Val d’Aosta entra ora in zona bianca”. Le parole del ministro della Salute Roberto Speranza intervenendo a “Oggi è un altro giorno” su Rai1 a margine della firma. Tutta l’Italia, da lunedì 28 giugno, diventa dunque zona bianca. “È un grande passo in avanti, dobbiamo continuare su questa strada – ha aggiunto – Abbiamo ancora un’epidemia in corso che ci richiede attenzione, gradualità e prudenza così come stiamo facendo”. Il Ministro ribadisce cautela a partire dall’uso della mascherina, che non è stata completamente abolita ma cambia il suo utilizzo.
“La mascherina è e resta fondamentale. Non userei la parola ‘abbandonare’, la mascherina resta uno strumento fondamentale – ha spiegato – Ho firmato un’ordinanza e ho disposto che cade l’obbligo di usarla sempre anche all’aperto. Con le nuove indicazioni, la mascherina va portata sempre con sé ma all’aperto va indossata quando non si può rispettare il distanziamento o c’è un assembramento”.
Sul tema della riapertura delle discoteche, l’unica attività rimasta ancora chiusa in un’Italia, il Comitato tecnico scientifico (Cts) ha dato il via libera in zona bianca. Gli esperti nel parere che consegneranno al governo hanno però deciso che potranno aprire solo quelle all’aperto e non hanno indicato una data per la riapertura dei locali: ciò spetterà all’esecutivo Draghi. Nei giorni scorsi si è ipotizzata la prima decade di luglio, probabilmente il 10, il secondo weekend del mese. Il Cts ha anche fissato una serie di paletti: si potrà entrare in discoteca solo con il green pass (certificato di guarigione o di vaccinazione o tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti); andranno mantenuti i dati e i recapiti dei clienti per 14 giorni, in modo da consentire il tracciamento in caso di necessità, e gli ingressi saranno contingentati, massimo il 50% della capienza, dipendenti compresi. Il Cts, secondo quanto trapela, avrebbe discusso anche di scuola e dei protocolli in vista della riapertura a settembre, in particolare delle misure di distanziamento nelle classi. Su tutto incombe l’incognita della variante Delta, che potrebbe far rivedere i piani nelle prossime settimane o nei prossimi mesi.
Resta infatti alta l’attenzione per la variante Delta, contagiosa fino al 60% in più. Secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore della Sanità la variante Delta rappresenta il 16,8% dei nuovi contagi, nonostante questi continuino a scendere. Tuttavia, secondo Carlo La Vecchia, epidemiologo e ordinario all’Università di Milano “vedremo una possibile ripresa del numero dei casi quando la discesa della variante Alfa, la ex “inglese”, adesso predominante in Italia, verrà contrastata dalla risalita della Delta. Quando quest’ ultima arriverà al 20-25%, ci sarà un impatto”. L’epidemiologo, in un’intervista a La Repubblica, ha spiegato che “non lo osserviamo ancora perché, forse, siamo sotto quella soglia e perché comunque i numeri assoluti sono bassi, c’è poco virus in giro. È possibile che nelle prossime settimane, come avvenuto in Paesi che hanno vaccinato prima di noi, ad esempio Regno Unito e Israele, si osservi una inversione di tendenza nei contagi”.
La richiesta delle autorità sanitarie, al fine di evitare il rischio focolai, è sequenziare ogni nuovo contagio e tracciarne i contatti. “I vaccini ci stanno proteggendo – ha affermato al TG1 Anna Teresa Palamara, Capo del Dipartimento malattie infettive ISS – chi è vaccinato con entrambe le dosi è realmente protetto”.
Sono oltre 49 milioni il totale delle somministrazioni (dato del 26 giugno, n.d.r) e i vaccini restano un grande strumento di lotta al virus. “La campagna vaccinale è la vera leva per chiudere questa fase drammatica della battaglia contro il Covid e il vaccino è e resta l’arma fondamentale”, ha detto il Ministro della Salute Speranza. E sulla variante Delta ha affermato che “Penso che la variante Delta vada seguita con la massima attenzione. Nell’ultima verifica che abbiamo fatto, solo l’1% dei casi di variante Delta: ci aspettiamo che questo dato salga, perché è una variante più capace di contagiare e di diffondersi. È vero che i nostri numeri migliorano, ma non dobbiamo illuderci di aver vinto la partita. Dobbiamo continuare questo percorso con i piedi ben piantati a terra”.
Parola d’ordine, quindi, è sequenziare. È recente la notizia di un nuovo test rapido in grado di scovare rapidamente le varianti, Delta inclusa. A sviluppare Covseq è stato un team di ricercatori del Karolinska Instututet di Stoccolma e dell’Istituto di Candiolo Fpo-Irccs e dell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino. L’innovativa tecnica italo-svedese, è pubblicata su ‘Nature Communication’. “La metodica Covseq è già pienamente funzionante a Candiolo – ha affermato Antonino Sottile, direttore generale dell’Istituto di Candiolo Fpo–Irccs e co-autore dello studio – dove la stiamo ulteriormente validando, in parallelo a kit diagnostici approvati dall’autorità, nell’ambito della sorveglianza genomica del Sars-Cov-2 che l’Istituto di Candiolo effettua settimanalmente per la Regione Piemonte e mensilmente per l’Istituto superiore di sanità. La sorveglianza genomica nei prossimi mesi è cruciale per intercettare tempestivamente la comparsa di nuove varianti virali nella popolazione già vaccinata, soprattutto nei soggetti fragili come i malati oncologici”.
NICOLETTA MELE, 28 GIUGNO 2021