In Sardegna la stagione estiva si scalda ulteriormente, non solo in previsione delle temperature afose che arriveranno a toccare i 48°, ma a seguito dell’individuazione, nelle ultime ore, di un caso di colera. Stando alle attuali informazioni, si tratterebbe di un episodio isolato (non se ne registrava uno da almeno cinquant’anni) che però mette in guardia la sanità regionale e l’intero comparto turistico, perlomeno del sud dell’isola, ovvero del Cagliaritano. La malattia è stata diagnosticata a un uomo di 70 anni ricoverato da una settimana a Cagliari nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale Santissima Trinità. Al momento le condizioni del paziente non sono preoccupanti anche se – come informa l’autorità sanitaria dell’Asl di Cagliari – la situazione è oggetto di un puntuale monitoraggio.
L’individuazione di questo caso attiva in automatico un protocollo di tracciamento, a cura del servizio di Igiene pubblica, per registrare la catena di contagio nel territorio di provenienza del settantenne. “Le sue condizioni – fanno sapere dal Santissima Trinità – sono ulteriormente migliorate, quindi dal punto di vista clinico il paziente sta decisamente meglio. Molto probabilmente verrà dimesso a breve”.
“Il principale sintomo – ha spiegato ai microfoni di Videolina Goffredo Angioni, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari – è la diarrea “acquosa”, che in caso di infezione si manifesta in maniera molto frequente. L’infezione può essere accompagnata da vomito, mentre la febbre in genere è quasi sempre assente. Il colera è altamente contagioso e si contrae per via oro-fecale. In alcuni Paesi dell’Asia – dove il sistema fognario non è adeguato – è endemico, soprattutto in India. Dunque si può contrarre durante viaggi in quelle zone. In Italia, invece, le infezioni sono realmente rare e i principali imputati sono i frutti di mare non adeguatamente cotti, che possono ospitare il batterio del vibrione.
Focolai di colera sono segnalati in diversi Paesi in Africa, Asia e nelle Americhe. Sono realmente bassi i casi di malattia segnalati nei viaggiatori che fanno ritorno nei Paesi dell’Unione europea. È questa la fotografia aggiornata scattata dall’Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control) che bene inquadra la situazione epidemiologica attuale sul colera e ribadisce che il rischio di malattia è molto basso per i viaggiatori e i residenti nei Paesi europei che si attengono a corrette misure di prevenzione ed è trascurabile il rischio di diffusione in Europa grazie agli elevati standard igienici e sanitari e all’accesso ad una adeguata assistenza.