Se c’è un settore particolarmente affaticato a causa dell’emergenza sanitaria da COVID-19 è la scuola. Dall’esplodere della pandemia infatti asili, scuole e dipartimenti universitari hanno chiuso i battenti rimandando tutto alla dimensione online. Una modalità certamente preziosa che ha garantito la continuità della didattica e delle lezioni ma che comunque ha richiesto un grande sacrificio a studenti e insegnanti. Adesso la novità arriva direttamente dalla Ministra dell’Università e della Ricerca Cristina Messa che annuncia una ripartenza in presenza delle lezioni universitarie a partire da settembre. Per quanto riguarda la Dad, però, questa non resterà nell’album dei ricordi ma verrà integrata a quella in presenza. Per essere precisi, si sta pensando di mantenerla e garantirla a tutti i frequentanti che lavorano o per altre situazioni speciali.
In riferimento al mondo della scuola la Ministra ha specificato che a settembre si tornerà tra i banchi muniti di mascherina e rispettando il distanziamento. Tuttavia considerata l’incertezza dello scenario epidemiologico vanno individuate sin d’ora le misure da applicare per gli istituti, a seconda che si trovino in zona bianca, gialla, arancione o rossa. È questa la posizione del Comitato tecnico scientifico a una serie di quesiti posti dal ministero dell’Istruzione per programmare l’inizio del prossimo anno scolastico, quello del 2021/2022. Nel corso della riunione del 25 giugno scorso gli esperti hanno messo in luce che «le misure da applicare per l’inizio dell’anno scolastico 2021-2022 dovrebbero quindi essere le stesse previste all’inizio del precedente anno». Con ogni probabilità, le vaccinazioni porteranno a una riduzione della diffusione del virus e l’immunizzazione del personale scolastico ridurrà ulteriormente i contagi a scuola.
Ed è proprio il mondo scolastico a scaldare il dibattito pubblico diviso tra coloro che si sono sottoposti alle dosi di vaccino richieste e il popolo dei no vax. Intervenuto nella trasmissione La7 “L’aria che tira – Estate” il professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, ha sottolineato l’importanza di procedere con la campagna di vaccinazione in vista del nuovo anno scolastico. “Io ho 2 figli, uno di 12 e uno di 16 anni: li ho vaccinati senza alcun dubbio. I ragazzi – ha commentato – hanno il diritto di tornare a scuola in presenza e sicura, con docenti e studenti vaccinati. Ragioneremo a settembre, vedremo qual è la circolazione del virus e quanti sono i ragazzi vaccinati: la politica dovrà prendere una decisione”. Pertanto per Bassetti non ci sono ragioni: in classe dovranno tornare studenti e docenti vaccinati. Tutti gli altri? In Dad.
“Faremo classi con studenti e docenti vaccinati, oppure in presenza ci saranno i vaccinati e in Dad i non vaccinati: è una riflessione che deve fare la politica. L’obbligo di vaccinazione rimane l’extrema ratio, Serve un’attività di moral suasion, dobbiamo dire alle persone che l’unico modo per combattere il virus è il vaccino. Credo sia giusto che nelle classi in presenza ci sia il più alto numero di vaccinati. Se ci riusciamo, bene, altrimenti la scelta spetta al ministro dell’Istruzione”, ha concluso.