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Vaccinare senza fissa dimora ed extracomunitari, cosa accade in Italia
Una nuova casa per gli ultimi in piena emergenza sanitaria. Martedì 6 luglio, a Roma, in via di San Gallicano 25a, è stato inaugurato il Centro Vaccinazioni Sant’Egidio contro il COVID-19. L’idea, nata durante l’incontro del 26 maggio scorso tra i responsabili della Comunità e il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo, è stata concretizzata anche grazie alla forte collaborazione con la Croce Rossa Italiana, la Regione Lazio e, in particolare, con la Asl Roma 1. In un momento in cui risulta sempre più importante e strategica la protezione sanitaria di tutta la popolazione, l’“Hub Sant’Egidio”, a Trastevere, attraverso la rete di prossimità ai più fragili, sviluppata negli anni dalla Comunità, consentirà di raggiungere tutti coloro che rischiano di essere esclusi dalla campagna vaccinale, a partire dai senza fissa dimora.
Per certi versi questa novità che arriva dal cuore di Roma si presenta come una risposta all’appello lanciato a maggio da Avvocato di Strada. “Bene occuparsi dei non iscritti al Sistema Sanitario Nazionale. Ma quando ci si occuperà di chi vive in strada?”, domandava l’Associazione nazionale, nata proprio con lo scopo di tutelare legalmnte e gratuitamente le persone senza dimora. L’appello era arrivato dopo la pubblicazione dell’ordinanza 7/2021 del Commissario straordinario per l’emergenza Covid con la quale si fornivano sì istruzioni operative su come vaccinare alcune persone che non hanno la tessera sanitaria, ma non si faceva cenno ai senza dimora, extracomunitari e ai comunitari irregolari, che non hanno residenza, non hanno accesso al Sistema sanitario nazionale e sono esclusi dalle vaccinazioni (tra le 500 mila e le 700 mila persone). A spiegare la ragione per cui è essenziale vaccinare queste categorie è Aldo Morrone, direttore scientifico del San Gallicano di Roma ed esperto di malattie tropicali, che – intervistato da Fanpage.it – ha detto: “Abbiamo bisogno che tutte queste persone partecipino alla campagna vaccinale per la salvaguardia della loro salute e di quella di tutta la comunità”. La necessità è quella di “vaccinare tutti” contro il Covid, “indipendentemente dalle condizioni sociali, economiche, culturali: è un elemento fondamentale per salvaguardare anche le persone che non possono essere vaccinate”. Inoltre vaccinare il “maggior numero di persone consente di avere meno varianti che sfuggono ai vaccini”. E la pandemia, prosegue Morrone, può essere anche “un’opportunità per far entrare le persone fragili in percorsi socio-sanitari dignitosi, a misura umana, per migliorare il rapporto tra salute e cittadini”.
In alcune città italiane tuttavia le vaccinazioni speciali sono state avviate. È questo, ad esempio, il caso di Napoli, grazie alla collaborazione con le associazioni di volontariato attive sul territorio dell’Asl Napoli 1 Centro (Caritas Napoli, Cittadinanza Attiva Campania Napoli ovest, Comunità di Sant’Egidio, Croce Rossa Italiana Napoli, Emergency Napoli). A partire dall’8 giugno scorso infatti i medici e il personale dell’Azienda Sanitaria Locale di Napoli hanno somministrato le prime dosi ai senza fissa dimora sulla base degli elenchi forniti dalle associazioni di volontariato. Quasi in parallelo anche a Milano sono state avviate le prime vaccinazioni per le persone senza fissa dimora. A comunicarlo in una nota è stata la direzione generale Welfare di Regione Lombardia. “In merito alla vaccinazione rivolta alle persone senza fissa dimora stabilmente presenti nel territorio regionale, l’unità di crisi ha incontrato tutte le Ats lombarde invitandole a rapportarsi con le associazioni del proprio territorio che gestiscono le strutture (dormitori, strutture diurne e mense) per l’organizzazione dell’attività” spiega la nota dalla quale si apprende che le prime somministrazioni sono avvenute nei locali dei dormitori della città.