Una programmazione fitta che per certi versi lascia pensare alla prima calendarizzazione dei vaccini avvenuta nel corso dell’inverno scorso. Il Comitato Superiore di Sanità proprio in questi giorni di dissensi e manifestazioni di piazza infatti ha fornito ulteriori indicazione in merito alla campagna di vaccinazioni e alle terze dosi. Gli interessati sono tutti i soggetti over 60 che hanno concluso il proprio ciclo vaccinale (prime due somministrazioni) almeno da sei mesi. La programmazione tuttavia cambia da regione a regione: in Veneto ad esempio le prenotazioni si sono aperte la scorsa settimana.
Dopo gli immunodepressi, per i quali è prevista una terza dose aggiuntiva a un mese di distanza dalla seconda, ospiti delle Rsa, over 80 e operatori sanitari, toccherà alle persone che hanno compiuto e superato i 60 anni. Questo consentirà di rafforzare la risposta immunitaria anti Sars-CoV-2.
In merito a questa soluzione il Presidente del Consiglio Mario Draghi non ha dubbi: la terza dose va fatta. “La terza dose di vaccino – ha commentato – sarà necessaria, per certe categorie specialmente, come i più vulnerabili e i più anziani. In questo senso sarà fatta. I contagi sono in salita, molto di più in altri Paesi. Finora in Italia sono maggiori di pochi giorni fa, dobbiamo capire se sono maggiori per il numero molto più elevato di tamponi o è frutto di una diffusione del virus. Ciò che è importante è che la campagna di vaccinazione continui ad andare bene. Noi abbiamo vaccinato di più di altri paesi della Unione Europea e a dispetto dell’Inghilterra abbiamo mantenuto delle cautele”.
Inoltre, così come precisato dal Cda dell’Aifa, la priorità massima della campagna vaccinale rimane il raggiungimento di un’elevata copertura vaccinale con il completamento dei cicli attualmente autorizzati per ridurre la circolazione del virus e lo sviluppo di varianti e prevenire concretamente l’insorgenza di patologie gravi e di decessi. Pertanto i tecnici ritengono appropriato, in attesa dell’autorizzazione di EMA, rendere disponibili i vaccini Comirnaty e Spikevax come dose addizionale di vaccino COVID-19, dopo almeno 28 giorni dall’ultima somministrazione, a completamento del ciclo vaccinale nei soggetti adulti e adolescenti di età 12 anni (vaccino Comirnaty) o 18 anni (vaccino Spikevax) in condizione di immunosoppressione clinicamente rilevante. Rientrano nella stessa categoria i trapiantati di organo solido e i soggetti che presentino, sulla base di un quadro clinico definito, un livello di immunocompromissione assimilabile.