La variante Omicron del coronavirus avrebbe un periodo di incubazione più breve rispetto alle versioni precedenti, solo tre giorni. A dimostrarlo è uno studio su un focolaio contenuto da variante Omicron in Nebraska, reso noto attraverso le pagine del bollettino settimanale dei CDC americani, in cui si precisa come la variante Delta avesse un tempo di incubazione intorno ai quattro giorni, mentre quello del virus SARS-CoV-2 originario era superiore ai cinque.
Secondo quanto affermato dal virologo e divulgatore scientifico Roberto Burioni, Omicron è molto diversa dalle precedenti varianti. Con il virus del 2020, un malato infettava 2 persone. Con la variante Delta, un malato infettava 6 persone. Con la variante Omicron siamo al livello di uno dei virus più contagiosi sulla faccia della Terra, un paziente infetta più di 10 persone. Altre caratteristiche della malattia provocata da Omicron – informa il virologo – “rendono più difficile il controllo e più facile la diffusione. Per esempio, l’incubazione: il virus originale provocava la malattia 6-7 giorni dopo l’infezione. La variante Omicron provoca la malattia dopo 2-3 giorni e questo rende più difficile il tracciamento dei casi. L’altro elemento importante è che Omicron riesce a contagiare in maniera molto più efficace anche le persone vaccinate”.
Chi è vaccinato viene infettato meno, c’è un grado di protezione importante soprattutto con la terza dose. Quando il vaccinato si infetta è meno contagioso, ma la barriera del vaccino è diventata meno efficace” rispetto al contagio. È rimasta molto efficace la capacità del vaccino di bloccare la forma grave della malattia. Gli ultimi dati dell’Iss mostrano una protezione molto superiore al 90%, con 3 dosi. “Potevamo pensare di liberarci del virus originale” conclude Burioni. “Con Omicron e con il vaccino che abbiamo, questo non è più immaginabile. Omicron continuerà a circolare. Ognuno di noi la incontrerà: la scelta è se farlo da vaccinati o da non vaccinati”.
Omicron, variante di cui si parla dal 26 novembre, ovvero da quando l’Oms ha designato la variante B.1.1.529 come ‘Variant of Concern’ (Voc), continua a preoccupare l’Italia e l’Europa, e nell’arco di due settimane è passata da una prevalenza sul territorio nazionale stimata al 21% all’81% registrato nei primi giorni del nuovo anno. L’incidenza varia da regione a regione: dal 100% di prevalenza in Basilicata al 33,3% della Valle d’Aosta. Intanto il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato l’ordinanza che a partire da lunedì 17 gennaio rende la Campania gialla e la Valle d’Aosta arancione.