Il ritardo del via libera alla commercializzazione del viagra femminile da parte della Food and Drug Administration (Fda) americana ha fatto discutere, ma come dire: “meglio tardi che mai”.
A distanza di quasi 2 decenni dalla messa in campo del primo “aiutino” ai problemi di erezione, è arrivata la pillola rosa, prodotta dalla Sprout Pharmaceuticals, che dal prossimo 17 febbraio sarà disponibile negli Usa.
Mutua Basis Assistance, Società di mutuo soccorso, presente nel panorama della Sanità integrativa, ha approfondito l’argomento grazie all’autorevole voce della Dottoressa Chiara Simonelli perché informare è essenziale per tutelare la salute degli associati e, in questo caso, per generare le scelti migliori.
La pillola rosa è il corrispettivo di quello maschile?
“Non è un equivalente del viagra perché la flibanserina non agisce sull’eccitazione, ma sul desiderio. E’ un vero psicofarmaco, influisce sulla libido della donna che con l’età tende a diminuire”. Queste le parole della sessuologa, la Dottoressa Chiara Simonelli docente all’università ‘La Sapienza’ di Roma che ha lavorato, nel 2010, al tavolo italiano sul farmaco. “Fino ad oggi – ha continuato la Dottoressa Simonelli – non c’era nessun tipo di aiuto al calo del desiderio femminile che con l’età può presentarsi, quindi l’approvazione del nuovo farmaco è stata una grande attesa. Sono contenta che ci sia un farmaco a disposizione delle molte donne che incontro nel lavoro clinico e che in determinate situazioni aspettavano un sostegno farmacologico”.
Qual è il primo sintomo?
“Dai dati internazionali emerge che il primo sintomo, quello più interpretato dalla popolazione femminile, è relativo al disagio ipoattivo, cioè il desiderio flebile o assente lamentato dalla donna e che può avere delle conseguenze per la coppia”.
Nella coppia la sessualità è molto importante, era quindi necessario avere quindi degli strumenti specifici per sbloccare dei disagi legati al desiderio femminile?
“Certamente perché con il calo degli estrogeni le problematiche rispetto al desiderio aumentano in termini di percentuali, quindi le donne si sentono depresse e innescano delle reazioni all’interno della coppia.”
Per l’assunzione è necessaria la prescrizione medica? Ci sono degli effetti collaterali?
“E’ un farmaco e come tale è molto importante che venga valutato ogni singolo soggetto ed effettuata un’attenta diagnosi. Studiata la situazione e accertato che non ci siano controindicazioni, si può decidere se procedere o meno con l’assunzione del farmaco, mediante prescrizione medica. A distanza di 5 anni è emerso un risultato interessante: le donne non devono essere medicalizzare per risolvere il disagio del calo del desiderio perché questo può dipendere anche da altri fattori, quale ad esempio il fatto di non volersi più bene e quindi di non essere più attratte dal partner, in questo caso l’assunzione del farmaco non risolverebbe il problema”.
Può creare dipendenza?
“La dipendenza è relativa, la pillola rosa libera la donna dall’inibizione. Una volta accertato che c’è un disagio, è consigliabile integrare l’assunzione del farmaco con una consulenza di coppia”.
Un suo commento in merito alle polemiche?
“Sono sempre dalla parte delle donne, ma in questo momento non mi sento di essere solidale con alcune femministe americane che stanno portando avanti una battaglia. Al contrario, sono contenta che si sia finalmente arrivati alla concretizzazione del progetto, esiste la libertà e ognuno può scegliere se utilizzare il farmaco. Una delle maggiori critiche è quella relativa la fatto che non si può medicalizzare il calo del desiderio femminile con l’avanzare dell’età, ma questo, a mio avviso dipende anche dal rapporto che la donna instaura con il proprio medico”.