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WELFARE: PRESENTATO AL SENATO DDL PER RICONOSCIMENTO CAREGIVER
L’obiettivo della proposta di legge, firmata da più di 70 senatori dei diversi gruppi parlamentari, è la tutela dei caregiver, persone che assistono, finora senza riconoscimento giuridico, le persone non autosufficienti.
“ Caregiver ” è una parola anglosassone, entrata ormai anche nel nostro linguaggio comune. Il “caregiver”, è, nel vero senso della parola,“colui che si prende cura”: in concreto, tutti i familiari che assistono un loro congiunto ammalato o disabile. Oltre il 50 per cento delle famiglie con una persona non autosufficiente non ha le possibilità economiche per assicurare le cure al proprio parente, o comunque per pagare una persona esterna che dia un aiuto nell’assistenza.
Secondo dati Istat, in Italia ci sono oltre 3 milioni di persone che nel contesto familiare assistono anziani e disabili. Sono soprattutto donne tra i 45 ed i 55 anni, spesso sono costrette ad abbandonare il proprio lavoro. Nel nostro Paese non c’è una omogenea e adeguata rete di servizi sociali territoriali, e gli unici strumenti previsti per i disabili riguardano l’indennità di accompagnamento. Alcune regioni e alcune amministrazioni locali prevedono agevolazioni, assegni di cura, o voucher, per i malati e quindi per chi se ne occupa. Ma si tratta di iniziative non omogenee sul territorio nazionale.
Ad oggi, c’è un quindi vuoto legislativo: il nostro ordinamento infatti non prevede norme che salvaguardino o almeno riconoscano a livello giuridico tutte le persone che quotidianamente prestano assistenza a milioni di persone non autosufficienti che necessitano di cure continuative. Parliamo di una assistenza che si svolge prevalentemente in casa, gratuitamente, nel contesto familiare.
Secondo dati diffusi dal CENSIS, nel nostro Paese il 5,5% della popolazione soffre di difficoltà funzionali gravi e quasi 1,5 milioni di cittadini ha necessità di cure per tutto il giorno, per la maggior parte nella propria abitazione. I malati cronici, o con disabilità gravi, saranno sempre di più, anche per effetto dell’aumento dell’aspettativa di vita. Ed ecco l’importanza della rete di familiari e amici, e quindi della figura del “caregiver”.
Pochi giorni fa, è stato presentato in Senato un disegno di legge per il riconoscimento e la valorizzazione del caregiver familiare, per cercare di dare finalmente una risposta a quasi 3 milioni di persone che si prendono quotidianamente cura di un parente non autosufficiente.
Il primo firmatario è il senatore Pd Ignazio Angioni, ma la proposta è stata accolta favorevolmente anche dai gruppi di opposizione ed è stata sottoscritta finora già da 73 senatori. Un disegno di legge analogo è stato presentato alla Camera dei deputati, dall’onorevole Edoardo Patriarca, del Partito Democratico. L’obiettivo è riconoscere questa figura, valorizzandola e agevolando la conciliazione tra assistenza, vita professionale e vita sociale. La proposta è stata illustrata in una conferenza stampa, svoltasi al Senato lo scorso 27 giugno, a cui hanno partecipato alcuni dei firmatari, i senatori dem Valeria Fedeli, vicepresidente di Palazzo Madama, Donella Mattesini e Stefano Vaccari, e alcuni rappresentanti delle associazioni del settore.
Loredana Ligabue, dell’associazione Carer dei caregiver dell’Emilia Romagna ha spiegato che “il disegno di legge parte dall’esperienza di alcune regioni come l’Emilia Romagna e la Sardegna. Si tratta di riconoscere un ruolo e di fare rete tra i caregiver informali, cioè questi volontari domestici che sono per lo più donne, e i caregiver formali della rete di assistenza istituzionale, anche per riprogettare le politiche di welfare”.
Nel disegno di legge, si riconosce la possibilità di accedere ad un piano assistenziale individuale, di richiedere flessibilità sul lavoro, di avere assistenza psicologica e formazione, di certificare le competenze acquisite e di poter godere di un sostegno economico. Il senatore del Pd Stefano Vaccari, durante la conferenza stampa ha sottolineato che: “questo disegno di legge muove dalla legge regionale dell’Emilia Romagna 2/2014, ha come riferimento un contesto normativo già definito in Ue e riconosce una nuova soggettività sociale a persone che svolgono una funzione indispensabile”. Attenzione: non si tratta di sostituire i servizi sanitari e socio assistenziali esistenti, che anzi devono essere migliorati, oltre che sempre garantiti.